Usando uno stile scientificamente freddo dovremmo parlare di nubi, di dischi di accrescimento e di meccanismi di accumulo di materia. Ma ciò che ci mostra ALMA è troppo "poetico" e armonioso per usare parole tecniche...
Un cinguettio indistinto ma della giusta tonalità dà ancora ragione ad Einstein
Nel suo piccolo, ALMA riesce a scoprire una notevole quantità di massa nascosta nei dischi protoplanetari. In qualche modo, si è risolto un piccolo, ma significativo, problema di "massa mancante.
Finalmente, la NASA ha deciso di andare a studiare da vicino un mondo in cui sarà altamente probabile trovare segni di vita e che potrebbe insegnarci molto su come essa si riesca a generare. Europa aspettaci!
ALMA riesce, ormai, con grande facilità, a misurare la massa dei buchi neri giganteschi che si annidano al centro delle galassie, soprattutto ellittiche. Usa un qualcosa che farebbe rabbrividire molti ecologisti che spesso confondono CO e CO2. La seconda è una vera bontà (per le piante, almeno), il primo... beh... lasciamo stare!
Sarà perché è estate (ma non per tutti), fatto sta che di news veramente interessanti se ne leggono poche... Forse anche l'Universo va in ferie... In ogni modo accontentiamoci di un fenomeno ormai consolidato teoricamente, ma reso visibile in diretta da un giovane pianeta attorno a una giovane stella.
Una missione fantastica! Non si può dire altro... La sonda aveva preparato il terreno formando un cratere in modo che l'esplosione seguente avrebbe potuto prelevare materiale più profondo e meno alterato dalla "sporcizia" spaziale. Detto e fatto e le immagini lo confermano... Intanto la sonda è riuscita a tornare al sicuro portandosi dietro il prezioso "tesoro".
Il solito ALMA, sollecitato da amici altrettanto potenti, è riuscito a dare una conferma all'ipotesi, a lungo sostenuta (ma mai dimostrata "in diretta"), sulla nascita dei satelliti di pianeti di tipo gioviano.
Sarà il riscaldamento globale, l'estate, la povertà che stride un po' con le code chilometriche verso i luoghi di vacanza, fatto sta che di news veramente nuove e non brodaglia riciclata o modelli preparati cambiando solo qualche parametro, ce ne sono veramente poche degne di nota (almeno secondo il mio metro di giudizio). Dobbiamo affidarci al solito ALMA e ai giapponesi che sembrano particolarmente attivi.
Sperando che le misure anti inquinamento siano migliorate ancora di più, ecco finalmente un robottino che lavorerà nel posto giusto e nel modo giusto.
ALMA è uno sistema operativo veramente unico, ma, come tutti i grandi, ha le sue fissazioni. Una di queste è sicuramente la stella giovanissima TW Hydrae, accompagnata da un disco protoplanetario che sembra aver già creato o stare per creare i primi pianeti. Le nuove osservazioni, ancora più accurate, forse hanno per la prima volta individuato un pianeta nascente.
L'immagine che ha raccolto SOFIA sembra proprio un quadro futurista con tutte quelle linee che cercano di esprimere il senso della velocità e del dinamismo. E, invece, è sempre lui, il nostro buco nero centrale galattico che mette in mostra il suo campo magnetico.
Si parla tanto di dischi di accrescimento attorno ai buchi neri galattici. Recentemente si è avuta anche la prima immagine che mostra chiaramente il "buco nero" che sta dentro la ciambella del gas che gira attorno a lui. Tuttavia, come si formi e come si sistemi il disco di accrescimento è ancora un problema con molti risvolti oscuri.
Rete immensa di satelliti per telecomunicazioni? I loro segnali radio daranno fastidio ai radiotelescopi? No, le multinazionali ci dicono che troveranno un accordo. Ma sì, crediamoci, tanto ormai crediamo a tutto...
8.2 metri di diametro, la cima del Mauna Kea (Hawaii), una camera eccezionale ed ecco che i ricercatori giapponesi fanno del telescopio Subaru una vera star del momento. Anzi una SUPERstar, dato che si è concentrato sulle SUPERnove: oltre 1800, scoperte in un periodo di "caccia" di 6 mesi! Ne approfittiamo per richiamare qualche concetto base sullo spaziotempo e su ciò che vede realmente un telescopio.
Diversamente da quelli della celebre calzone di Gino Paoli, questi sassi sono stati consumati dallo "spazio" e non dal "mare". Consumati, magari un po', ma vere reliquie della storia del Sistema Solare attraverso oltre 4.5 miliardi di anni di avventure più o meno violente ed emozionanti. Guardiamoli con rispetto e ammirazione: grazie a pietre come queste (costruitesi a partire dalla polvere di nebulose antichissime) noi abbiamo un pianeta su cui camminare.