Due articoli, uno teorico e uno osservativo, continuano a mantenere vivo l'interesse per gli oggetti più estremi dell'Universo, i buchi neri.
Beh... in fondo non ci sarebbe niente di strano. Dopo una bella mangiata un bel sigaro è una scelta condivisa da molti. Perché non potrebbe farlo anche un buco nero con una massa dieci volte quella del Sole?
Il mondo di oggi è diventato, per molti, puramente virtuale. Poco interessa la realtà vera, ma quella che viene propinata da aggeggi più o meno complicati, ma sempre creati dall'uomo. E' quindi facilissimo costruirsi una realtà virtuale a proprio uso e consumo. Il fatto grave è che la realtà virtuale è sempre propinata da pochi "eletti" che seguono i loro interessi. Il riscaldamento globale è un classico esempio di realtà virtuale che viene accettata dai più come realtà autentica.
Nella sezione archivio abbiamo parlato a lungo dei buchi neri galattici concludendo che questi supposti cannibali del Cosmo sono in fondo dei perfetti motori, capaci di gestire al meglio la creazione di nuove stelle. Dei papà veramente premurosi. Oggi la solita ALMA ci dà , in qualche modo, ragione, evidenziando una visione del buco nero proprio come una fontana della vita che agisce a ritmo continuo e con le idee ben chiare.
Sembra quasi che la prestigiosa rivista inglese MNRAS abbia risposto alla mia teoria basata su Maga Magò... Non tutti si affidano alle costruzioni fittizie, usandole poi come metro di conferma. C'è ancora chi si affida ai dati, alle teorie ben confermate e ad analisi attente e prolungate nel tempo...
Lo studio dell'era oscura dell'Universo è un obiettivo fondamentale al quale gli scienziati stanno lavorando per inserire un tassello importante nel puzzle della conoscenza del Tutto. In attesa del telescopio spaziale Webb, il cui lancio è attualmente previsto per il 2021 e che dovrebbe consentire un passo enorme in questa direzione, i quasar sono tra i pochi oggetti celesti la cui luce riesce ad attraversare la "nebbia" dell'era oscura e a raggiungere i nostri telescopi. Cerchiamo di approfondire la conoscenza di questi importanti attori del Teatro del Cosmo, riproponendo la lettura di alcuni articoli già apparsi sulle pagine di questo Circolo e dei link in essi contenuti.
Tutti lo sanno e tutti lo dicono: il buco nero è un cannibale che mangia tutto ciò che gli passa a tiro ... ma chi ha mai visto "veramente" il mostro all'opera? Ci si ferma sempre al disco di accrescimento che circonda l'orizzonte degli eventi... e poi?
Chi di noi (almeno quelli che sono abbastanza "grandi") non ricorda la mitica scena del fiorino nel film "Non ci resta che piangere"?
Chissà quanti fiorini incasserebbe quel solerte agente del Fisco, se girovagasse nel Cosmo e ne chiedesse uno ad ogni buco nero che incontrasse sulla sua strada... Non siamo in grado di fare un calcolo preciso, ma di una cosa possiamo essere ragionevolmente certi: diventerebbe l'uomo più ricco del mondo!
E' vero che l'appetito vien mangiando, ma, come saggiamente aggiungeva il Grande Totò, è ancor più vero che viene a star digiuni!
E i nostri amici buchi neri non ci pensano neanche a stare digiuni, anche se, contrariamente a come forse molti di noi se li immaginano, non mangiano in continuazione, ma adottano quei sani principi di corretta alimentazione ai quali tutti dovremmo attenerci, nel rispetto della nostra salute e di un'equa distribuzione delle risorse che l'Universo ci mette a disposizione.
Questa pagina è inserita nella sezione d'archivio "Relatività generale" Come si forma un buco nero stellare In viaggio verso un Buco Nero Sempre più "vicini" al nostro buco nero galattico Sempre più "vicini" ai getti espulsi dal disco di accrescimento Apriamo le porte del buco nero: da Minkowski a Penrose passando per Schwarzschild Buchi […]
Questo “articolone” raccoglie parti di articoli giù pubblicati e li riunisce per dare una descrizione molto qualitativa e semplificata dei buchi neri rotanti, caso ben più concreto rispetto a quelli statici che abbiamo quasi sempre incontrato e analizzato nei nostri approfondimenti. Vogliamo fare un passo in più, prendendo spunto da una “fondamentale” ricerca svolta alcuni anni fa e che pone l’accento sulla distanza che intercorre tra disco di accrescimento e buco nero galattico. Scopriremo, così, come la rotazione di un buco nero sia in grado di trascinare con sé lo spaziotempo e mostrare caratteristiche del tutto peculiari.
“Come vedete la guerra mi ha trattato abbastanza gentilmente, permettendomi di stare lontano dal fuoco diretto e lasciandomi libero di percorrere questo sentiero nella terra delle vostre idee”.
Il 1915 volgeva al termine, quando Karl Schwarzschild scriveva queste parole ad Albert Einstein, mentre gli offriva su un piatto d'argento la soluzione di un caso particolare delle sedici equazioni, all'apparenza irrisolvibili, che formalizzavano la teoria della Relatività Generale. Pochi mesi dopo, nel maggio del 1916, morì, ma aveva fatto in tempo a lasciarci una preziosa eredità: la prima "visione" di un buco nero.
La volta scorsa abbiamo visto quanta importanza rivestano i buchi neri galattici nel regolare il flusso delle nascite stellari, ma come si sono formati i loro "colleghi" primordiali? Mangiando tanto in un giovane Universo molto più denso di materia di quanto non sia oggi? Tramite fusione di buchi neri più piccoli formatisi dopo le esplosioni delle prime stelle dotate di grande massa e vita breve? Oppure grazie ad un processo di collasso gravitazionale diretto, senza bisogno di aspettare le supernove... parliamo di quelle che sono le ipotesi più accreditate, riproponendo articoli già presenti sulle pagine di questo blog.
Sempre più lontani dallo stereotipo di orchi-mangia-bambini-cosmici che si sono guadagnati nell’immaginario collettivo, i buchi neri galattici, grazie a studi recenti, stanno sempre più conquistando il ruolo di direttori di questa meravigliosa orchestra che è il Teatro del Cosmo.
Questo articolo costituisce il primo di una serie che ha come obiettivo quello di dare un ordine logico ed organico a molti articoli sui buchi neri, sparsi tra le pagine di questo Circolo, iniziando da quelli dedicati al ruolo che essi rivestono nei processi di nascita stellare.
Come ogni buon genitore, un buco nero sa quanto sia importante, per mantenere serenità ed equilibrio nella propria famiglia, dosare sapientemente severità e tenerezza con i propri figli... l'unica differenza è che, contrariamente a noi umani, i buchi neri non sbagliano mai!
Dopo la dovuta parentesi dedicata al grande Karl Schwarzschild e alla sua metrica capace di descrivere il campo gravitazionale fuori e dentro l’orizzonte degli eventi, torniamo al diagramma di Penrose e applichiamolo a un buco nero eterno. Vedremo come il diagramma si sviluppi facilmente e come ci faccia sognare su viaggi ancora impossibili. Concluderemo il tutto con alcune estrapolazioni al limite della fantascienza.
Esistono galassie chiamate “medusa”, dato che dalla loro parte “normale” si lanciano verso l’esterno veri e propri tentacoli di materia, dove possono nascere anche nuove stelle. Sembrerebbe che queste galassie trovino, nello stesso fenomeno, cibo in abbondanza per i loro buchi neri.