Ho accoppiato due fenomeni completamente diversi sia per gli oggetti coinvolti che per le scale di grandezza. Tuttavia, in entrambi le situazioni, il ruolo principale lo gioca una “coppia” molto stretta. In un caso l’informazione arriva attraverso un segnale continuo e ripetitivo, nell’altro da un improvviso silenzio.
Questo articolo è provvisorio, in quanto lo inserirò all’interno di uno più ampio che prenderà in considerazione alcuni risvolti della Meccanica Qunatistica, non trattati a fondo nell’articolo sulla introduzione alla MQ, ora inserito negli “approfondimenti”. La stessa fine farà anche quello di cui questo è solo un preambolo. Il nuovo articolo metterà insieme l’effetto fotoelettrico, quello Compton e l’effetto tunnel, oltre che il principio di Heisenberg, già trattati precedentemente come casi singoli. Come sempre, prima di finire tra gli approfondimenti, starà per un po’ in evidenza. Insieme alla storia dell’atomo e alle basi della spettroscopia, otterremo un quadro abbastanza completo della MQ. In attesa che anche la relatività speciale gli vada a fare compagnia…
Non sto parlando di meccanica quantistica e non sono nemmeno impazzito. Può capitare che nell’Universo a volte valga la somma che ho appena enunciata. Se ci pensate bene è una cosa che abbiamo visto spesso, ma quella a cui voglio riferirmi oggi è relativa a due stelle veramente fuori dal comune.
Si cerca in tutti i modi di poter osservare e quantificare il gas che nelle galassie serve a creare nuove stelle. Finché si sta nelle nostre vicinanze… tutto bene. Ma se ci si vuole spingere indietro nel tempo cominciano i problemi. Forse bisognerebbe spegnere TV, radio, ecc., ecc.
Quest’articolo non ha niente a che vedere, direttamente, con l’astrofisica, ma riguarda antichi abitanti della Terra che hanno provato in prima persona gli effetti di una catastrofe planetaria e che conoscevano meglio di noi la luce del Sole e non solo. Visto che ci stiamo occupando di spettroscopia, di ottica e di meccanica celeste mi sembrava doveroso informarvi su questa nuova, probabile, scoperta.
Poche righe per ribadire lo scopo di questo blog, che non ha certo intenzioni di tenere corsi di astrofisica superiore. Torniamo con i piedi per terra.
Una figura per i più abili… Un semplice (?) sommario di tutto ciò che vorreste sapere sullo Spazio-Tempo. In pratica riunisce quanto ho scritto, separatamente, in tanti articoli passati. Ovviamente, abbisogna di un po’ di fatica mentale, ma poi aprirà una finestra molto chiara sull’Infinito Teatro del Cosmo…
In questo articolo cercherò di eliminare la confusione che si fa tra effetto doppler e redshift cosmologico (spesso una differenza non compresa da tanti divulgatori non professionisti). Provo, perciò, a spiegare in modo semplice (senza formule che ci porterebbero troppo in là) la profonda e fondamentale differenza concettuale. Essa va tenuta sempre in conto anche quando si applicano al redshift le formule dell’effetto doppler. Ciò si può anche fare, vista la somiglianza “pratica”, ma con estrema cautela: le cause e le grandezze fisiche coinvolte sono, infatti, completamente diverse. La stessa legge di Hubble va compresa e applicata con la dovuta attenzione. Tanto che ci sono, dico due parole anche sul redshift gravitazionale (un’altra cosa ancora). Per maggiori chiarimenti invito tutti ad andare a rileggere i molti articoli dedicati allo Spazio-Tempo e all’espansione dell’Universo.
Partendo da un pescatore sprovveduto e da un pesce molto furbo, passeremo attraverso i giochi di prestigio della luce, per giungere fino ai telescopi e alle loro caratteristiche.
Spulciando nel nuovo Archivio, ho trovato alcuni articoli che mi sembrano particolarmente interessanti, soprattutto per chi non seguiva il sito precedente. Quello che ripresento qui cade a fagiolo con le prossime "puntate" sulla Spettroscopia. Volevo proporvelo come “quiz”, ma poi ho desistito… Anche chi è un esperto del Cosmo non ha, certamente, mai sentito parlare di stelle verdi. In realtà, sembra proprio una cosa assurda, pensando che l’occhio umano è più sensibile proprio alla luce verde. La cosa si fa ancora più strana se si pensa che il nostro Sole è, invece, proprio una stella VERDE! Non c’entra la solita “bizzarra” MQ, ma solo il nostro occhio... Questo articolo potrebbe iniziare la serie di articoli FAQ, come chiedeva Alexander (se non sbaglio...): PERCHE' NON SI VEDONO STELLE VERDI?
In attesa del nuovo telescopio spaziale Webb, possiamo ribadire che Hubble ci sa proprio fare. Attraverso misure spettroscopiche (tra poco la comincerò… devo solo preparare e sistemare le figure) è stato possibile misurare la temperatura superficiale di un Giove caldo e determinare la presenza di acqua nella sua atmosfera a varie longitudini. Un bel lavoro, non c’è che dire.
Una nuova particella, tanto attesa, è entrata nel microcosmo della materia. A ipotizzarla era stato un grande italiano, scomparso nel nulla: Ettore Majorana. Non c’è stato bisogno di acceleratori di particelle, ma solo di piombo e di ferro… Nel frattempo, gli acceleratori di particelle sono riusciti a riprodurre la prima forma di materia dopo l’inflazione, una zuppa caldissima di quark e gluoni. Non c’è male direi!
I raggi cosmici ad altissima energia (UHECR) sono le particelle più energetiche dell’Universo e la loro origine è ancora un mistero. Sono rarissimi e finora la loro rilevazione è stata oltremodo sporadica. Non ci resta che chiedere aiuto alla … Luna.
Gli attori di questa fantastica avventura del Cosmo sono essenzialmente due: il radiointerferometro ALMA e l’isopropil cianuro. Il primo è uno strumento prestigioso, forse il migliore al mondo per lo studio dettagliato delle regioni di formazione stellare e planetaria (ma non solo) e l’altro potrebbe sembrare un tipico veleno usato dall’assassino di un bel giallo di Agata Christie. Cosa possono avere in comune?
La fisica e la chimica stanno avvicinandosi sempre più e le scoperte si susseguono a ritmo incalzante. Il modello di Dalton sta per crollare sotto gli attacchi dell’elettricità. Ma la MQ è pronta a uscire allo scoperto… La spettroscopia può finalmente descriverci le stelle.
Se non mangi chiamo il lupo cattivo. Una volta questa era la minaccia per i più piccoli se non si comportavano bene. Forse, per i figli degli astrofili viene oggi usata la frase del titolo. Povera Eta Carinae, in fondo sta solo facendo il suo lavoro e senza stelle come lei l’Universo non potrebbe evolversi come sta facendo. E’ la solita dura legge dei predatori: si pensa alla dolcezza della gazzella e non alla “fame” della leonessa e dei suoi piccoli. Vale la pena conoscere meglio il lupo cattivo… Questo articolo lo dedico ad Alvermag…