Un eccezionale esperimento, svoltosi al CERN, ha mostrato che l'antimateria subisce la gravità come la materia.
I mesoni sono particelle subatomiche, composte da un quark e un antiquark (noi conosciamo bene il nostro amico muone, quello della favola relativistica, che era stato anche chiamato mesone mu). Un mesone molto particolare, a causa dei quark che lo compongono, sembra aver dato una conferma molto importante (forse storica) del perché esiste la stranissima differenza tra quantità di materia e di antimateria nell'Universo.
Abbiamo, da poco, parlato di decadimento beta meno. La notizia data in questi giorni ci riporta sull’argomento e permette di introdurre l’esperimento CUORE del Gran Sasso. Un esperimento che dovrebbe verificare l’ipotesi di Majorana sulla uguaglianza tra neutrino e antineutrino e, soprattutto, sulla possibilità, in tempi molto remoti, di una trasformazione di antimateria in materia e viceversa, uno dei misteri antisimmetrici più misteriosi e ancora insoluti: perché c’è più materia che antimateria?
Ricordate il racconto da poco pubblicato (lo specchio) e la tragica avventura di un povero uomo ossessionato dall’idea che le immagini speculari fossero forme aliene? Bene, quello specchio sembra esistere anche a livello microscopico e potrebbe risolvere una delle domande ancora insolute sulla formazione dell’Universo… Leggere o rileggere quel racconto diventa essenziale per seguire questo articolo.
Diamo una descrizione estremamente superficiale del concetto di Mare di Dirac e del conseguente vuoto quantistico. La trattazione matematica sarebbe veramente complessa e avrebbe bisogno di concetti ben al di fuori della nostra portata. Nessuna formula (o quasi), quindi, per arrivare ad avere, comunque, un’idea della genialità dell’ipotesi e delle ripercussioni successive che potrebbero sconvolgere l’intera cosmologia.
Moltissimi conoscono la radiazione di Hawking, dato che i giornali ne parlano sempre, anche per la carica mediatica eccezionale dello scienziato. Ma quanti hanno capito veramente cos’è? Anche se non ne sono entusiasta, vale la pena spiegarla in parole semplici (ho messo solo due asterischi) e sotto forma di un’avventura ai confini del Cosmo.
Questo articolo vuole solo essere un piccolo assaggio di quello che un giorno vorrei descrivere con molta calma e attenzione. Un legame strettissimo tra relatività ristretta e meccanica quantistica che ha portato a conseguenze quasi impensabili. Così, un piccolo stuzzichino, tanto per gradire...
Un esperimento estremamente sofisticato ha portato a una soluzione che ha un’importanza veramente fondamentale, anche se forse se ne parla troppo poco. Diamo brevemente la notizia, promettendo di parlarne più a lungo quando si tratterà la simmetria (non me ne sono dimenticato...).
Sappiamo bene che uno dei più grandi problemi collegati ai modelli che descrivono la nascita e l’evoluzione dell’Universo sta nell'enorme disparità tra materia e antimateria. In poche parole, non si capisce ancora perché la prima sembra aver vinto alla grande contro la sua sorella “speculare”. Tutto ciò che ha carica positiva dovrebbe esistere con carica negativa e viceversa. Non voglio entrare nei dettagli e tra poco capirete perché.
Grazie a Marco che me lo ha fatto notare (non ho avuto tempo di guardare le news…) ho scoperto qualcosa che mi ha emozionato scientificamente, ma anche psicologicamente. Un caro amico e collega dell’Osservatorio di Torino, Massimo Villata, ha pubblicato uno studio sui buchi neri di Kerr che, detto in parole molto povere, potrebbe risolvere sia le fantomatiche materia ed energia oscura, sia molte problematiche sull’esistenza dell’antimateria. Buchi neri come fabbriche di antimateria con mille e una ripercussioni, compresa una gravità repulsiva! Roba da Nobel...
Dopo aver descritto le tre lettere dell’alfabeto del mondo di Alice (uno spazio-tempo, ricordate sempre molto bene) e le loro ampiezze di probabilità (espressioni matematiche troppo difficili per esprimerle compiutamente) è giunta l’ora di scrivere la prima parola, ossia il primo diagramma di Feynman.