Sembrerebbe un caso, ma anche l'asteroide che ci ha praticamente sfiorato ieri ha la forma di una nocciolina americana. La stessa cosa si è vista nella cometa di Rosetta (non era meglio visitare questo asteroide?) e addirittura in un asteroide di grandi dimensioni come Kleopatra. Ma i casi sono molti di più.
Quale sarà il modo migliore per visitare il Sistema Solare interno, senza spendere quasi niente in carburante e raggiungere comunque velocità elevate? Presto detto: utilizzare astronavi “naturali”. Ne passano moltissime a distanze relativamente modeste da noi e per alcune di loro è facilissimo riuscire ad accostarsi a loro a bassa velocità e saltare a bordo, sono gli asteroidi a rischio di impatto con la Terra. Non solo future miniere spaziali, ma anche future navi da crociera per i soliti ricchi amanti dei viaggi esotici. Vin-Census ha provato a immaginarne una, chissà quali mirabolanti soprese ha preparato per i protagonisti di questo fanta-viaggio...
Siamo tutti innamorati delle avventure di Astericcio & co. Del suo arrivo sulla Terra ne è anche stata data una versione priva di tutte le parti troppo “strappa lacrime”, perché in questo Circolo si cerca sempre di più la bellezza dell’Universo attraverso la sua armonia scientifica: più spazio alla mente che al cuore. Tuttavia, la vera storia di Astericcio è tutta diversa da come si crede e risale a un tempo lontanissimo di cui nessuno ha più memoria. Sarà sdolcinata, lo ammetto, ma è anche la verità!
Normalmente si cercano, con un po’ di paura (e forse anche un po’ di piacere da parte dei media), gli asteroidi abbastanza grandi che potrebbero impattare la Terra, causando danni non trascurabili. Per essere sicuri che arrivino veramente al suolo vanno trovati quelli superiori ad almeno un centinaio di metri e forse anche un po’ di più… Non è un granché, ma la nostra atmosfera qualcosa riesce a fare! Ogni tanto si grida “Al lupo, al lupo” e poi, senza ancora aver capito perché, alla fine si dà la colpa agli scienziati, ovviamente… Sembrerebbe, perciò, del tutto assurdo fare tanto clamore (scientifico) sulla scoperta e le osservazioni di un asteroide di soli due metri che mai e poi mai potrebbe arrivare fino a terra.
Mi sono accorto da poco che sul nostro circolo non avevo ancora parlato del metodo per determinare le “mie” care famiglie asteroidali. Lo riprendo dal vecchio sito, con qualche variazione, scusandomi con quelli che l’avevano già letto.
Chi legge un recente articolo pubblicato su Media INAF, e che conosce qualcosina delle orbite e degli asteroidi, non può che saltare sulla sedia: eccezionale scoperta scientifica riguardante un terzo satellite dell’asteroide Elektra! Molte cose andranno cambiate d’ora in poi. Chi, però, va a leggere l’articolo originale, ripiomba con i piedi per terra e non può che non pensare a una divulgazione squallida che nemmeno si cura di rileggere ciò che è stato pubblicato. E la dice anche lunga sulla preparazione astronomica del traduttore.
Una recente e importantissima esperienza che ho avuto e che devo assolutamente approfondire, mi ha stimolato a scrivere questo lungo articolo, forse senza capo né coda per molti. Spero, però (da quel disperato Don Chisciotte che sono), che sia compreso da chi ama veramente l’Universo e non dimentica mai che anche noi, e tutto ciò che ci circonda, è Universo!
Questo articolo (il vero lavoro l’ha fatto Lorenzo Franco) riporta un’interessantissima serie di osservazioni con un risultato che è particolarmente significativo per il sottoscritto. Avrei potuto intitolarlo: “La pancia c’è e si vede…”, ma è meglio andare con ordine e dare la giusta considerazione alla parte scientifica.
Grande clamore tra gli astrofili, ultimamente, per l’occultazione di Aldebaran da parte della Luna. Niente di male, ovviamente, soprattutto se si sfrutta l’occasione per qualche immagine suggestiva. Da un punto di vista scientifico, tuttavia, nessun interesse pratico. Perché non tentare, invece, qualcosa di sicuramente meno semplice (ma fattibile) che possa avere ripercussioni ben più importanti? Il prossimo anno uno stesso asteroide (22 Kalliope) occulterà due stelle nel giro di meno di due mesi. E’ ancora presto per parlarne? Assolutamente no: le osservazioni di un’occultazione vanno pianificate molto in anticipo e con molta accuratezza. La nostra Giorgia potrebbe esserne particolarmente interessata, dato che dovrebbe essere coinvolta in entrambi i casi. Ricordiamo che 22 Kalliope ha un piccolo satellite…
Le immagini e i dati ci sono, ma le spiegazioni (o almeno i tentativi) e le novità no…
Le nuove immagini di Cerere riprese da un’altezza di circa 1500 km mostrano l’eccezionalità del monte conico (o piramidale) che già si era scorto a distanza. Che dire? Sembra proprio un intruso e mi aspetto che qualche giornale parta in quarta con una spiegazione legata a un manufatto artificiale… In realtà, esso sembra nascere dal nulla e, purtroppo, le immagini non vengono commentate scientificamente dagli esperti… Speriamo che Cerere non faccia la fine di Rosetta e delle sue mirabolanti scoperte solo accennate e mai veramente discusse in un contesto scientificamente valido. Resta sempre aperto, però, il concorso sull’origine delle macchie bianche… Temo molto… anche perché Plutone sembra essere passato in … cavalleria!
E’ proprio vero: ognuno ha gli anelli che si merita! Quasi tutti i corpi planetari di una certa dimensione presentano prima o poi un anello di materia che li circonda, anche se a volte la parola anello è un po’ troppo “azzardata”. Anche la Terra ha un anello, ma è fatto di tutte le “porcherie” che sono state mandate in orbita dall’uomo e di tutti frammenti che si sono creati nel tempo. I satelliti artificiali sono molto utili, ma il troppo stroppia e mentre la Luna ha una specie di anello fatto di polvere interplanetaria noi ci dobbiamo accontentare di un anello di spazzatura spaziale.
Sembra quasi impossibile… Lo strumento forse più entusiasmante dell’astrofisica moderna ha avuto il “coraggio” di dedicare parte del suo tempo osservativo a un piccolo e brutto asteroide! Una notizia che ha quasi dell’incredibile. Quando inserisco un articolo sugli asteroidi, che non siano -ovviamente- trattati come minacciosi portatori di morte e distruzione, il calo dei lettori è immediato. Ma come? Con tutte le meraviglie delle stringhe, dei multiversi, della materia oscura sempre più scura e mille altre cose, di cui ben pochi hanno una benché minima preparazione di base, dobbiamo perdere il nostro tempo a leggere notiziole su queste insignificanti schegge vaganti? Nel nostro “circolo”, la caduta di interesse è decisamente ridotta rispetto ad altri siti, ma, comunque, gli asteroidi restano sempre oggetti di serie B o forse C. E’ con piacere, quindi, che vi voglio “annoiare” con le osservazioni del piccolo pianeta 3 Juno (Giunone, insomma), a cui ho dedicato parte del mio lavoro professionale.
In mezzo al disco protoplanetario, dove si sono formati i pianeti, deve esistere una regione particolare, nascostasi piuttosto bene nel tempo. Lo dimostrano analisi di alcune meteoriti che si devono essere formate in un ambiente particolarmente ricco di ossigeno e zolfo, ben prima che le particelle si unissero tra loro per accrescersi fino a formare gli asteroidi e i pianeti.
L'immagine ottenuta da una distanza di 237. ooo chilometri è la migliore mai ottenuta. E', comunque, troppo presto fare illazioni sulla morfologia del pianeta nano (chiamiamolo così...). Sempre in bella evidenza la macchiolina bianca alquanto misteriosa... Una pizzeria "Bella Napoli"? In fondo Cerere è stato scoperto a Palermo quando faceva parte del Regno delle Due Sicilie!
Una doppia news concentrata, dato che il primo attore è nuovamente il nostro buco nero. Sicuramente un oggetto un po’ dispettoso e misterioso.