Cosa succede all'interno di un buco nero? Einstein non può dircelo, ma la meccanica quantistica può anche immaginarlo... Forse, forse, i buchi neri non rubano le informazioni!
Riprendo un vecchio articolo che, purtroppo, sta diventando sempre più attuale...
Analizziamo meglio l'immagine del rumore cosmico di fondo e immergiamoci un po' nella fantascienza.
Sembra quasi impossibile, ma la solita vecchia domanda continuo a sentirla ripetere. Proviamo a rispondere in modo ultra semplice utilizzando solo un po' di geometria elementare e affidandoci a un vero superastronomo dotato di una tecnologia eccezionale. La sua risposta alla domanda sarà forse, finalmente, accettata da tutti, basandosi soltanto su dati osservativi.
Battiamo ancora sul ferro finché è caldo. Scusate le ripetizioni, ma il concetto mi sembra troppo importante per rischiare di lasciare ancora dubbi.
Cari amici "circolari", scrivo questo articolo violando clamorosamente i "diritti riservati" e le promesse fatte al team dell'EHT. Vi chiedo di tenervi tutto per voi e GUAI a inserire qualche, seppur breve, accenno nei social. Stiamo parlando di una visione completamente diversa del Cosmo, delle sue origini e della sua evoluzione. Ovviamente io (o noi) scrivo firmandomi con uno pseudonimo di tale difficoltà che risulta impossibile, anche ai computer più intelligenti, risalire al vero (veri) nome (nomi) dello scrivente (o scriventi che siano).
"Ci sono due grandi tragedie nella vita. La prima è desiderare ciò che non si può avere... la seconda è ottenerla"
Prendete un sacerdote cosmologo che insegna Fisica all'Università, Albert Einstein, una formula molto famosa che non è E=mc2, un uovo cosmico, un papa e un mistero rimasto tale per ottant'anni. Frullate il tutto e non otterrete una barzelletta né un giallo di Agatha Christie, bensì la storia vera di Georges Lemaître, una delle menti più brillanti del XX secolo, rimasto fuori dai riflettori, quindi dalla conoscenza del grande pubblico, ma non meno importante di altri suoi famosi colleghi per l'enorme balzo in avanti che ha fatto fare alla conoscenza dell'Universo. Vediamo perché...
Questa volta voglio unire un ciliegina sotto spirito con una fresca fresca, ossia con una recente ricerca puramente teorica.
Teniamoci forte e cerchiamo di rivisitare con il giusto approccio la classica visione del Big Bang. Direi che il nostro Circolo è pronto per affrontare questa sfida.
Una notizia che ci potevamo, ovviamente, aspettare. La tecnologia osservativa di oggi permette senza dubbio di trovare oggetti già "costruiti" (come le galassie primordiali), che si avvicinino sempre di più al limite dell'Universo Osservabile. Niente di sensazionale, ma un'occasione in più per richiamare i concetti fondamentali di ciò che ci mostra l'Universo.
Esiste uno studioso che ha scritto un diario. Un diario molto speciale che illustra tutti gli studi teorici e di laboratorio che riguardano le strane caratteristiche della materia che riempiva l'Universo nei suoi primi dici microsecondi di vita. Anche se non certo di facile lettura, questo diario è ora aperto a tutti.
Mettiamoci comodi, cari amici lettori, e lasciamoci trasportare da Vin-Census in un futuro più o meno remoto, nel quale intelligenza e tecnologia ci avranno aperto tutte le porte della Conoscenza tranne una, e la diatriba tra Scienza e Fede sulla creazione sembrerà non avere vie d'uscita. Ma ne siamo sicuri? Con Vin-Census non è mai detta l'ultima parola: se c'è uno che una via d'uscita riesce sempre a trovarla, questo è proprio lui! Partiamo, dunque, per questo ennesimo viaggio sulle ali della fantasia (?) allacciandoci le cinture di sicurezza che, mai come questa volta, potrebbero esserci utili.
L'Universo è ancora pieno di misteri che vorremmo scoprire. O, quanto meno di oggetti che vorremmo osservare ma che, pur sicuri che debbano esistere, non ci mostrano ancora una loro traccia chiara e definitiva. Tra questi, ovviamente, le prime stelle dell'Universo...
Prendete un sacerdote cosmologo che insegna Fisica all'Università, Albert Einstein, una formula molto famosa che non è E=mc2, un uovo cosmico, un papa e un mistero rimasto tale per ottant'anni. Frullate il tutto e non otterrete una barzelletta né un giallo di Agatha Christie, bensì la storia vera di Georges Lemaître, una delle menti più brillanti del XX secolo, rimasto fuori dai riflettori, quindi dalla conoscenza del grande pubblico, ma non meno importante di altri suoi famosi colleghi per l'enorme balzo in avanti che ha fatto fare alla conoscenza dell'Universo. Vediamo perché...
Questo racconto è già stato pubblicato un anno fa. Lo riproponiamo oggi, con un titolo diverso, perché ci serve ad introdurre, in modo leggero e - speriamo - divertente un racconto-quiz che uscirà a breve sui nostri schermi. Rimanete sintonizzati!