Due buchi neri galattici sono vicini alla fine della loro danza
Ben venga la materia oscura se ci permette di scovare nuovi funghi... ops, buchi neri!
Una ciliegina molto facile da gustare... Spesso mi viene chiesto perché mai più un buco nero è grande e meno ci si accorgerebbe di cadere nelle sue fauci. Sembrerebbe un fatto controintuitivo e , invece, è un concetto estremamente banale.
Un gruppo di ricercatori italiani, residenti in Italia (evviva!), ha ricevuto un messaggio inviato verso di noi da una galassia attiva, ben 12.8 miliardi di anni fa.
Quando i buchi neri hanno fame non perdono tempo!
Noi siamo spesso abituati ad associare i trascurabili eventi che accadono nel nostro mondo umano con quelli degli oggetti celesti. Spesso ciò porta a problemi che costringono -forse- a rivedere molte teorie e "convinzioni". Una cosa è cercare di "umanizzare" ciò che capita nel Cosmo (per sentirsi più vicini all'Universo di cui facciamo parte) e un'altra è pensare che i ritmi umani (con le dovute differenze temporali) siano seguiti anche dal Cosmo. Abbiamo appena visto che i figli delle stelle potrebbero nascere insieme alle mamme...
Una ricerca puramente teorica ha confermato una situazione alquanto "imbarazzante" a cui forse pochi avevano pensato. Varrebbe comunque la pena di andarci...
Molte galassie mostrano chiari segni di collisioni mutue e spesso ciò comporta un "faccia a faccia" dei loro rispettivi buchi neri supermassicci. Ma adesso si esagera, al centro di una galassia non molto lontana (circa 300 milioni di anni luce) i superbuchi neri sono addirittura tre!
Vedere due buchi neri che si uniscono, oltre che "sentire" le onde gravitazionali che emettono? Sarebbe bello, bello e impossibile! E, invece no... basta analizzare bene la situazione nel centro delle galassie.
I dischi di accrescimento, che si formano attorno ai buchi neri affamati, servono a fargli mantenere una dieta controllata: il cibo entra un po' alla volta, mentre il tutto è accompagnato dai getti pari a urla di soddisfazione. ALMA, però, ci spiega come un buco nero veramente ingordo riesca a rompere le regole .
Due buchi neri galattici stanno per unirsi (nei tempi scala dell'Universo). Un processo non ancora del tutto chiarito che solo le onde gravitazionali potranno risolvere.
Nella sezione archivio abbiamo parlato a lungo dei buchi neri galattici concludendo che questi supposti cannibali del Cosmo sono in fondo dei perfetti motori, capaci di gestire al meglio la creazione di nuove stelle. Dei papà veramente premurosi. Oggi la solita ALMA ci dà , in qualche modo, ragione, evidenziando una visione del buco nero proprio come una fontana della vita che agisce a ritmo continuo e con le idee ben chiare.
“Come vedete la guerra mi ha trattato abbastanza gentilmente, permettendomi di stare lontano dal fuoco diretto e lasciandomi libero di percorrere questo sentiero nella terra delle vostre idee”.
Il 1915 volgeva al termine, quando Karl Schwarzschild scriveva queste parole ad Albert Einstein, mentre gli offriva su un piatto d'argento la soluzione di un caso particolare delle sedici equazioni, all'apparenza irrisolvibili, che formalizzavano la teoria della Relatività Generale. Pochi mesi dopo, nel maggio del 1916, morì, ma aveva fatto in tempo a lasciarci una preziosa eredità: la prima "visione" di un buco nero.
La volta scorsa abbiamo visto quanta importanza rivestano i buchi neri galattici nel regolare il flusso delle nascite stellari, ma come si sono formati i loro "colleghi" primordiali? Mangiando tanto in un giovane Universo molto più denso di materia di quanto non sia oggi? Tramite fusione di buchi neri più piccoli formatisi dopo le esplosioni delle prime stelle dotate di grande massa e vita breve? Oppure grazie ad un processo di collasso gravitazionale diretto, senza bisogno di aspettare le supernove... parliamo di quelle che sono le ipotesi più accreditate, riproponendo articoli già presenti sulle pagine di questo blog.
Sappiamo bene quanto sia importante la massa di una stella per tutta la sua evoluzione. Analogamente, sembra proprio che la massa del buco nero galattico comandi l’evoluzione dell’intera galassia. Un effetto indiretto che però ha finalmente trovato riscontri osservativi.
Quando scriviamo “nuove”, intendiamo, ovviamente, nuove per noi e non certo per le galassie che le hanno sapute utilizzare da molto, molto tempo. Una riguarda la fase oscura che ha poi portato all’Universo odierno, trasparente alla luce; l’altra si riferisce a riserve vere e proprie di materiale per la costruzione stellare.