Quando l’analisi scientifica dei dati osservativi riesce a costruire un modello utilizzabile perfino degli alunni delle scuole medie inferiori, non deve assolutamente passare in silenzio. Soprattutto se esso permette di calcolare con ottima precisione (non inferiore a quella di metodi ben più complessi) la massa dei buchi neri galattici.
Osservati direttamente due buchi neri che orbitano uno attorno all’altro al centro di una galassia. Tra non molto (per loro) si uniranno facendo tremare lo spaziotempo (ma noi ci saremo?).
Tre anni fa era stata scoperta una galassia piuttosto strana. Piccola, ultracompatta con al centro un buco nero super massiccio. Un caso? Forse sì e la comunità astronomica non aveva dato molto peso alla faccenda. Ma oggi, forse, molte idee vanno cambiate.
Il titolo sembra non avere niente a che fare con ciò che sto per raccontarvi. Tuttavia, malgrado l’indirizzo preso da certe ricerche, ho il “brutto” vizio di vedere le cose riflettendoci sopra, a modo mio, con tutta l’umiltà del caso. Non sono certo un esperto di buchi neri galattici, ma ho quel minimo di conoscenze di base che mi permettono riflessioni personali, a volte in direzione ostinata e contraria a ciò che viene data come astrofisica “ufficiale”. Niente di eccezionale, nessuno Universo a 18 dimensioni o particelle esotiche a tutti i costi o a rappresentazioni olografiche.
L’immagine attorno a cui si sviluppa l’articolo è veramente qualcosa di prodigioso, anche se sembra una campo stellare banale e povero. Ciò che si vede è soprattutto ciò che non si potrebbe vedere: buchi neri galattici in via di formazione.
Li chiamano i "mostri" dell’Universo, hanno una potenza impressionante, divorano materia e informazione, ma possono anche rimanere soli, affamati e tristi nell’infinito teatro dell’Universo. Anche i più forti possono soffrire di un’eterna solitudine.
Se ne conoscevano solo una sessantina con un’età inferiore a circa un miliardi di anni d’età. In un solo colpo si è raddoppiato il numero. Anche senza teorie fantasmagoriche, le osservazioni condotte con metodo e perseveranza possono fornire dati fondamentali per il miglioramento della nostra conoscenza dei primi “anni” dell’Universo.
L’Universo è ricco di rumori di fondo, dal più famoso (quello delle microonde) a quello dei raggi infrarossi a quello dell' X. Un “fastidioso” mormorio che sarebbe fondamentale poter attribuire a singoli disturbatori. Quando poi gli schiamazzatori sono proprio i fenomeni più energetici del Cosmo (i buchi neri galattici), la faccenda diventa estremamente interessante, anche scientificamente.
L’inizio di questo articolo sembrerebbe solo una provocazione. Tuttavia, spero sia utile per capire il ruolo dei vari oggetti del grande Teatro del Cosmo, dove tutto è utile e dove tutto segue le regole migliori per mantenere armoniosa una struttura che possiamo considerare infinita sia verso il macro che verso il microcosmo. La provocazione finisce, ovviamente, con un sentimento di ammirazione e di gioia immensa.
Al centro di un remoto ammasso galattico regna sovrana un’enorme galassia che contiene un supermassiccio buco nero. Normalmente sa trattenersi nel mangiare e segue una dieta quasi perfetta. Poi, improvvisamente decide di fare un banchetto come si deve. Possiamo dargli torto dopo tutto il lavoro che ha fatto?
Un gruppo italiano ha, forse, rilevato, attraverso Chandra, due possibili “semi” per futuri buchi neri galattici. Potrebbe essere la soluzione di un problema non ancora risolto: crescono in fretta o partono già ben pasciuti?
Osservazioni radio, eseguite in Sud Africa, hanno mostrato che i buchi neri galattici di una regione del lontano Universo presentano i loro getti radio allineati lungo una sola direzione. Sicuramente una curiosità, che, però, potrebbe far comprendere le fluttuazioni primordiali della materia. Essi, con le loro galassie, potrebbero ricordare la struttura di quando erano ancora un'unica nube.
Avete notato cosa succede quando un cane morde una persona? Diventa subito notizia da prima pagina e, improvvisamente, tutti i cani cominciano a mordere a destra e a sinistra. I media hanno attirato l’attenzione e allora tutti a cercare di mantenere calda la smania di un nuovo morso, anche se -magari- i vari eventi sono accaduti in tempi precedenti o addirittura sono stati inventati o ingigantiti. Purtroppo, anche nella scienza, quando si scopre qualcosa di nuovo, e che può attirare fondi e visibilità, vi è un assalto alla diligenza e tutti cercano di essere in prima fila, anche a costo di riproporre come novità progetti già datati. Poi c’è sempre chi si confonde, ma nessuno lo aiuta a chiarirsi le idee.
Se avete intenzione di fare un viaggetto vicino a un buco nero galattico, è bene che mettiate nel vostro bagaglio una bella giacca a vento. Da quelle parti non si scherza.
Approfitto di un’osservazione di una fascio di raggi gamma provenienti da un lontanissimo nucleo galattico attivo per descrivere, come una fiaba, un viaggio di sette miliardi e mezzo di anni (circa) e come si sia riusciti a ottenere informazioni fondamentali sulla storia dell’Universo e su ciò che lo permea. Ho cercato di inserire (molto alla buona) concetti relativi alla Meccanica Quantistica, che possono aiutarci a raccontare la fisica moderna anche ai più piccoli. Un progetto che continuo a cercare di mandare avanti, nei limiti delle mie possibilità, sperando sempre nell’aiuto degli insegnanti.
La fortuna aiuta gli audaci. Un motto spesso veritiero. Nel nostro campo andrebbe leggermente corretto: la fortuna aiuta la ricerca sempre più accurata e precisa. Prima o poi, porta a scoperte estreme. Ne riporto due che, al di là dell’interesse intrinseco, ci mostrano due fenomeni piuttosto rari che, per essere visti “in diretta”, con i tempi umani, introducono un valore aggiuntivo.