In attesa di un colloquio diretto con la prof. Zharkova, per valutare, tra l'altro, quanto la presenza di un eventuale nono pianeta possa contribuire alle anomalie da lei riscontrate in relazione alla variabilità dei minimi e massimi solari, mi sono letto attentamente i suoi studi e ciò che viene fuori: a parte l'estrema correttezza e precisione dell'analisi dei dati (cosa ben poco rispettata al giorno d'oggi), il suo lavoro è veramente fondamentale e innovativo.
Questo articolo mi è stato richiesto da un blog e quindi ripete sicuramente cose già dette nel nostro circolo. Resta comunque un riassunto abbastanza esauriente del mio pensiero riguardo al problema dei cambiamenti climatici (prima si chiamava solo riscaldamento globale...) e penso possa essere gradita la sua pubblicazione anche qui da noi all'inizio del 2019, anno in cui il Sole scoprirà meglio le sue carte...
Sappiamo ormai molto bene che il Sole sta entrando in uno dei suoi minimi più profondi dell’era spaziale, con tutte le conseguenze del caso per la pericolosità di missioni umane soggette a un incremento molto sensibile dei raggi cosmici: minimo solare= minore protezione. Ma come risponde l'atmosfera a questi cicli solari? Un nuovo parametro sembra aprire nuove finestre di indagine.
E’ poco che abbiamo dato al Sole quello che è del Sole in relazione ai suoi possibili e logici effetti sul clima terrestre. Ci ritorno, brevemente, sopra per comunicare, finalmente, il raggiungimento del massimo del ciclo 24. Una bella “ciofeca”… direbbe Totò.