Un nostro caro lettore, Francesco Molinaro, mi ha inviato un’intervista che è stata fatta al direttore della Specola Vaticana, chiedendomi un parere a riguardo. Ne ho approfittato per pubblicarla integralmente, corredandola con alcuni commenti del tutto personali. Spero, in questo modo, di potere, nel mio piccolo, aiutare a chiarire alcuni malintesi, ancora vivi e vegeti, tra Scienza e Chiesa.
Il titolo è molto pretenzioso, ma, in realtà, l’articolo vuole solo descrivere ciò che possiamo dedurre dalla storia dell’uomo e dalla sua ricerca scientifica. Una constatazione (personale) e nulla più. Lo stimolo per questa riflessione è nata mentre preparavo una conferenza sulla vita dell’Universo da paragonare, in qualche modo, con una parallela che descriverà lo sviluppo della religione cristiana (il vino e il suo valore simbolico e concreto è la base delle due presentazioni). Il tutto si riassume in una semplice figura…
Poche frasi che avevo voglia di mettere per iscritto. Molti le conoscono già, altri ancora no. Prendete questa esternazione come un bisogno di prendere coscienza di me stesso, di tanto in tanto… Scusatemi se vi annoio, ma questo Circolo è anche luogo di sfogo e di sintesi mentale.
Non abbiate paura! Non voglio tornare a mettere il coltello nella piaga. Vorrei solo, una volta per tutte, esprimere chiaramente la visione di questo Blog (e mia in particolare) riguardo alle ripercussioni che si potrebbero avere ammettendo o non ammettendo un Creatore. Beh… direi che sono praticamente nulle.
Stiamo parlando di relatività e nel frattempo vedo che vari lettori cercano di estrapolare certi concetti alla sfera spirituale e/o intellettiva. Mi ci metto anch’io ed espongo una personale estrapolazione del concetto di relatività e di sistemi assoluti. In particolare, mi sento di affermare che Papa Francesco ha dimostrato di avere perfettamente assimilato la relatività e l’unicità delle leggi della fisica.
Scrivo quest’articolo per rispondere a una richiesta, più volte espressa, relativa al ben noto “principio antropico”. Non vuole spiegare niente, ma solo essere la base per una discussione intorno alla domanda delle domande: “Perché?” Cosa sia questo principio e che cosa significhi veramente è facile da trovare sul web, dove se ne parla sotto tutti i punti di vista (perfino su Wikipedia). Riflettendoci sopra, però, ne viene sempre fuori una visione ben più complessa e ben più difficile da definire. Ovviamente, non ha senso mettere asterischi a questa richiesta di discussione: è, per definizione, aperta a tutti!
Non spaventatevi! Il titolo non vuole essere una specie di presa di posizione pro o contro la Religione o la Fede. Non ci penso nemmeno e nemmeno ne sarei in grado. Vorrei solo fare alcune considerazioni su certi risvolti apparentemente assurdi della meccanica quantistica e su come abbiano strane (?) ricadute su ciò che solitamente si associa con il bisogno di “credere” in qualcosa o in qualcuno superiore a noi. Le conclusioni finali sono, solo e soltanto, mie considerazioni personali.