ALMA è riuscita a studiare dettagliatamente zone di formazioni stellari in una galassia a ritmo di nascita esplosivo. Forse, anche se non riusciamo a “scovare” uomini alieni, potremmo comunque scoprire creature stellari aliene!
Purtroppo, anche nel Cosmo avvengono degli infanticidi. Almeno così sembrerebbe. Tuttavia, conoscendo abbastanza bene l’Universo, noi non ci fermiamo all’apparenza e siamo sicuri che vi è una ragione in tutto ciò o -magari- una soluzione diversa…
Poche e semplici parole sulla scoperta del possibile meccanismo che ha guidato la formazione delle galassie più antiche. Una recente ricerca unisce sapientemente il lavoro di osservazione diretta con quello di modellistica al computer. Ne nasce una visione nuova dei buchi neri primitivi, quella di creature che mantengono logica e razionalità in situazioni caotiche e tempestose.
Una doppia news concentrata, dato che il primo attore è nuovamente il nostro buco nero. Sicuramente un oggetto un po’ dispettoso e misterioso.
Una nuova ricerca ha evidenziato, forse in modo decisivo, che la stessa produzione parossistica di stelle può comportare l’allontanamento dalla galassia di gran parte del carburante che potrebbe permettere di continuare il gioco “creativo”. Non solo gas intergalattico o buchi neri irrequieti, ma anche troppe stelle tutte assieme...
Si cerca in tutti i modi di poter osservare e quantificare il gas che nelle galassie serve a creare nuove stelle. Finché si sta nelle nostre vicinanze… tutto bene. Ma se ci si vuole spingere indietro nel tempo cominciano i problemi. Forse bisognerebbe spegnere TV, radio, ecc., ecc.
E’ un periodo in cui si sta parlando abbastanza spesso di galassie che si spengono in tempi molto brevi. Facciamo un brevissimo riassunto, aggiungendo l’ultima novità.
Gli attori di questa fantastica avventura del Cosmo sono essenzialmente due: il radiointerferometro ALMA e l’isopropil cianuro. Il primo è uno strumento prestigioso, forse il migliore al mondo per lo studio dettagliato delle regioni di formazione stellare e planetaria (ma non solo) e l’altro potrebbe sembrare un tipico veleno usato dall’assassino di un bel giallo di Agata Christie. Cosa possono avere in comune?
E’ un momento in cui le galassie piccole stanno rubando la scena alle più grandi. Tuttavia, anche se vi sono bellissimi episodi di ribellione e di resistenza, vale una regola vecchia come il mondo (anzi come l’Universo): i vecchi, per mostrarsi sempre in forma e insostituibili, sfruttano spesso il lavoro dei giovani! Sbaglio o è una situazione che capita in tanti campi umani?
Un interessante modello evolutivo sembra aver dimostrato che il DNA delle stelle si “costruisce” molto rapidamente, spiegando così perché è possibile identificare stelle “sorelle” anche se hanno scelto di vivere in località molto distanti tra loro. Il sangue non è acqua!
Che le galassie collidano tra loro è ormai un dato di fatto. Questi incontri sono estremamente utili per la formazione stellare, in quanto agitano e comprimono il gas, requisiti essenziali per la nascita di nuove stelle. Riuscire a vedere scontri molto antichi vorrebbe dire confrontare episodi simili in situazioni diverse e capire sempre meglio l’evoluzione delle galassie e dell’intero Universo.
E’ sicuramente interessante comprendere perfettamente lo stile di vita del Sole dato che, anche se qualcuno preferisce cancellarlo dai propri modelli, esiste e quando vuol farsi sentire sa come fare. Tuttavia, così come si studia la storia recente dell’uomo, è parimenti molto interessante (forse di più) cercare di risalire alla sua più antica preistoria, quando una scimmia messa alle strette dalle situazioni ambientali fu costretta a usare due sole zampe e a iniziare una lunga migrazione. In poche parole: com’è nato il Sole?
Si parla sovente degli ammassi globulari come veri e propri fossili delle prime fasi dell’Universo, quando gli scontri tra le galassie primigenie e la densità più alta producevano nascite abbondantissime di stelle in spazi molto ristretti. Questi gruppi sono rimasti uniti come piccoli universi isolati. Tuttavia, anche una galassia evoluta e tranquilla come la nostra può ancora creare giovani fossili.
Questo articolo vuole fare il punto su un concetto che forse non è mai stato sottolineato a sufficienza. Un commento di Davide e una news abbastanza recente mi hanno spinto a fare una precisazione molto generale e un discorso molto più ampio e di carattere astro-etico-sociale
Questo non è un articolo scientifico, ma solo un’emozione. L’immagine che mi ha dato il via è stata ripresa all’ESO e mostra un ammasso stellare. Quante cose si riescono a vedere al suo interno e quanti splendidi paragoni si possono fare…
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