Scoperto il buco nero più vicino a noi, anche se cercava di mimetizzarsi evitando di... mangiare.
Ciò che appare vicino nel Cosmo potrebbe essere invece lontanissimo a causa della visione bidimensionale che noi abbiamo della Sfera Celeste. In questo caso, però, la realtà conferma l'apparenza e insegna a capire come e dove nascono le stelle.
Piano piano si sta ricostruendo il passato della nostra casa cosmica, luogo di incontri, di condivisioni e di collaborazioni fruttuose.
Gaia è una vera miniera di dati. Non solo per la precisione delle posizioni e della distanza di milioni e milioni di stelle osservate, ma anche per i risvolti statistici ed evolutivi della nostra galassia. Non mancano, ovviamente, le sorprese. Ancora una volta la fanno da padrone le nane bianche...
Sì, la vita (e, quindi, l'Universo) è proprio tutta un quiz, proprio come diceva Renzo Arbore ... I buchi neri ce lo dimostrano ancora una volta.
Grazie ad un pianeta molto "discolo", riprende vigore la speranza di poter individuare il nostro nono pianeta.
Gaia sempre e comunque. Una missione fantastica che ha reso pubblica, da pochissimo, la terza serie di dati.
Questo articolo riflette in gran parte il mio personale pensiero riguardo alle simulazioni più avanzate utilizzate in astrofisica e lo fa attraverso una scoperta estremamente affascinante apparsa da poco e riguardante l'albero genealogico della Via Lattea. Un mezzo che mi permette di fare alcune considerazioni più generali, che probabilmente non saranno condivise da tutti... parliamone!
Le stelle nascono normalmente in gruppi, e poi, col tempo, tendono ad allontanarsi l'una dall'altra, anche se con i nuovi dati GAIA è possibile ricostruire in dettaglio l'evoluzione dinamica di questi oggetti solo apparentemente isolati, ma originati nello stesso "ammasso". Le stelle più grandi, però, sembrerebbero volere l'isolamento fin dal principio.
Il miglioramento delle osservazioni porta sovente a problemi di difficile soluzione, se non altro per la mancanza di un parametro atto a determinare i veri e propri limiti di un certo gruppo di oggetti. Ciò che è tuttora un problema quasi insoluto per gli asteroidi, sembra chiarirsi sempre meglio per gli ammessi stellari, grazie soprattutto a GAIA. Possiamo dire che, in fondo, le famiglie sono decisamente più vaste del previsto!
Sta rivoluzionando la conoscenza della Via Lattea e, contemporaneamente, fornendo dati utili per altri campi della ricerca astrofisica, senza ricevere in cambio neanche un briciolo di quell'attenzione mediatica che viene riservata alle missioni (quelle attuali e future, ma anche quelle futuribili, ipotetiche, improponibili...) su Marte. Ma lei, per fortuna, non si cura di certe umane bazzecole e continua imperterrita il suo prezioso lavoro... in attesa che il Prof. rientri dalla breve vacanza e inizi a sfornare nuovi articoli al ritmo che ben conosciamo, ripercorriamo le tappe di questa missione che, in piccola parte, è anche un po' "sua"!
Prima di parlare di una ricerca che potrebbe essere fondamentale, voglio ricordare con grande affetto chi l'ha portata avanti: Mariateresa Crosta dell'Osservatorio di Torino. Ragazza estremamente capace, simpatica e intelligente, in cerca di un posto, ha lottato con la calma di chi è sicuro dei proprio mezzi e c'è riuscita. Oggi, inoltre, potrebbe avere smontato del tutto il comodo castello di carte su cui si basa la materia oscura. Un "brava!" a lei e un bravo anche a Mario, guida della missione Gaia.
Una comunicazione, stimolatami da Frank (e lo ringrazio di cuore), sulla veridicità dell'enorme buco nero che non dovrebbe esistere... e che forse non esiste realmente.
Si chiama S5-HVS1 e il suo colore è stranamente bianco (ormai siamo abituati a vedere solo neri nelle finali di velocità). Oltretutto la sua massa è notevole (2.3 volte quella del Sole). Eppure nessuno riesce a batterla, raggiungendo una velocità di 1750 km/s.
E' sicuramente vero che noi spesso umanizziamo un po' troppo le stelle dandogli caratteristiche di forza, bontà e dedizione. Ma l'articolo che vi propongo sembra andare un po' troppo oltre le nostre pseudo-favole.
Che Gaia fosse una missione indispensabile e capace di permettere un salto di qualità quasi incredibile era ormai indubbio (e pensare ai problemi che aveva avuto all'inizio, non essendo abbastanza spettacolare). Forse, però, sta andando ancora oltre alle più rosee previsioni. La mappa in 3D si sta formando sempre più chiara e mette in luce, con la sua precisione nei moti propri e nelle velocità in generale, potenzialità mostruose per ricostruire le vicende più importanti avvenute nel passato, oltre che eseguire misure globali ancora decisamente incerte.