Rileggere il Sidereus Nuncius... è sempre un'emozione!
Questo articolo lo consiglio vivamente per due motivi essenziali. Innanzitutto, perché mostra come il mistero delle tre eclissi solari di Giove da parte di Callisto sia un’applicazione semplice e perfetta del moto apparente dei pianeti nella volta celeste, niente di meno e niente di più. Inoltre, perché dimostra come gli antichi greci sarebbero stati perfettamente in grado di spiegarlo e prevederlo senza computer e programmi “a scatola chiusa”. In altre parole, chi conosce e ha capito il moto apparente dei pianeti DEVE automaticamente comprendere anche questo “mistero” tutt’altro che misterioso.
Forse non mi sarebbe mai venuto in mente di affrontare questo problemino elementare, se non fosse apparso un articolo proprio su questo “mistero”. No, non è un mistero e con un disegno banale si capisce benissimo il fenomeno. Volevo quasi porlo come “domanda” a voi… Anzi, chi vuole può provare a risolverlo. Leggendo gli articoli che avevo scritto sui fenomeni mutui dei satelliti medicei ci si può arrivare facilmente. Sicuramente, se i greci avessero avuto un binocolo, non avrebbero avuto problemi a spiegare lo “strano”, ma semplicissimo evento.
I satelliti di Giove hanno cominciato a giocare a nascondino tra di loro. Un fenomeno ricorrente che assume ancora un’importanza professionale. Vale la pena cercare di capire bene la configurazione geometrica che li rende possibili. Niente di difficile e completamente descrivibile con un foglio e una matita, senza bisogno di programmi prefabbricati che vengono presi a scatola chiusa. Sono sicuramente affascinanti, ma insegnano poco o niente. Continuo a lottare a favore della mente e contro la pappa pronta che vogliono imporci media e internet. Seguire questo lungo articolo è, inoltre, un fondamentale esercizio di geometria che non può che aiutare in contesti ben più generali. Spazio-tempo, multiversi, meccanica quantistica, relatività, ecc., ecc., sono argomenti affascinanti, ma senza le basi della geometria, della matematica e della fisica elementare, rimangono soprattutto belle "parole", ma sempre troppo lontane per essere veramente tangibili.
L’idea per questo articolo mi è venuta ammirando per l’ennesima volta uno dei massimi capolavori di Van Gogh e accostandolo con una foto di bellissime e stranissime nuvole. Il passaggio a Giove (e non solo) è stato immediato ed eccoci qui a parlare dell’instabilità di Kelvin-Helmholtz. E, per non farci mancare niente, spunterà la solita spirale e anche un meccanismo che porta lo stesso nome (vedi pianetone ancora caldo e luminoso).
Il Sole è stato un meraviglioso Super-Kepler per l’osservazione dei transiti mutui degli oggetti del sistema di Giove. Non si è accontentato, però, di osservare e ha deciso di illuminare la scena rendendo tutti (o quasi) partecipi dello spettacolo, attraverso le eclissi. Ora, però, anche la Terra vorrebbe fare lo stesso…
Abbiamo visto che considerare il Sole un osservatore passivo oppure attivo non influenza assolutamente il procedimento utilizzato per stabilire le condizioni che portano ai transiti e/o alle eclissi dei satelliti di Giove (e di tutti pianeti). Continuiamo allora a considerare il Sole come osservatore passivo, sapendo benissimo come fare a ribaltare la situazione, facendo accendere la luce alla nostra stella. In altre parole, i transiti visti dal Sole descrivono perfettamente le eclissi viste da Giove o dai satelliti (e da molti altri punti dello spazio). L’abbiamo fatto la volta scorsa e continuiamo su questa strada.
Finora abbiamo considerato il Sole come un naturale telescopio spaziale che, durante il suo moto attorno a Giove, può sicuramente osservare il transito dei satelliti medicei davanti (e dietro) il pianeta gigante. Abbiamo anche utilizzato coordinate celesti per rappresentare professionalmente la situazione e disegnare le figure relative. Il Sole è un osservatore fortunato, dato che riesce a vedere i transiti quasi sempre e ha solo un piccolo “buco” relativo a Callisto. Si può fare anche di meglio e legare le osservazioni del Sole al tempo che scorre. Nel frattempo, però, ci stiamo accorgendo che sul Sole fa troppo caldo e che è meglio cambiare punto di osservazione. Il Sole ha la fortuna di essere un osservatore “attivo”, basta accendere la luce!
Bene. Possiamo abbandonare il nostro Super Kepler che vaga nello Spazio interstellare, dato che ci spostiamo all’interno del Sistema Solare. Qui non ne abbiamo più bisogno, dato che ne abbiamo già uno veramente fantastico, dalle caratteristiche molto particolari. No, non è stato costruito dall’uomo: è del tutto naturale e conosce molto bene i pianeti e i loro satelliti, dato che è stato proprio lui a costruirli. Ovviamente, sto parlando del Sole.
In questa seconda parte, studieremo meglio le condizioni geometriche che danno luogo ai transiti di un sistema planetario davanti a una stella, sia senza che con l’aiuto di Super Kepler. Essendo ormai più che pronti, utilizzeremo anche una rappresentazione più “professionale”. Comunque… sempre con foglio e matita.
Tra poco, i satelliti di Giove cominceranno a giocare a nascondino tra di loro. Un fenomeno ricorrente che assume ancora un’importanza professionale. Vale la pena cercare di capire bene la configurazione geometrica che li rende possibili. Niente di difficile e completamente descrivibile con un foglio e una matita, senza bisogno di programmi prefabbricati che vengono presi a scatola chiusa. Sono sicuramente affascinanti, ma insegnano poco o niente. Continuo a lottare a favore della mente e contro la pappa pronta che vogliono imporci media e internet.
Parliamo un po’ di Giove, il papà dei pianeti del Sistema Solare. Lo faremo in modo un po’ diverso dal solito, dando particolare rilievo alla sua parte interna, quella più misteriosa e affascinante. Per sapere dimensioni, massa e cento altri parametri basta andare in uno qualsiasi dei tantissimi siti “professionali” che si trovano sul web. Ovviamente dedico l’articolo a Giorgia…