L'Universo è ancora pieno di misteri che vorremmo scoprire. O, quanto meno di oggetti che vorremmo osservare ma che, pur sicuri che debbano esistere, non ci mostrano ancora una loro traccia chiara e definitiva. Tra questi, ovviamente, le prime stelle dell'Universo...
Ormai sappiamo molto bene che i buchi neri centrali di due galassie, che si sono scontrate e fuse assieme, sono capaci di unire le loro forze e di diventare uno solo: per una grande galassia ci vuole un grande buco nero (come, più o meno, recitava una celebre pubblicità). Mentre lo fanno, stropicciano talmente lo spaziotempo che si è già riusciti con i mezzi terrestri (LIGO) a sentire (o vedere o come preferite) le onde gravitazionali che hanno emesso. Ma quanto è frequente questo gioco di collaborazione completa?
Cosa sono le nane brune? Stelle mancate per mancanza di massa sufficiente a innescare le reazioni nucleari o giganteschi pianeti? Due recenti lavori sembrano arrivare a una soluzione di compromesso: nascono come stelle ma si comportano come pianeti.
Un nuovo metodo per determinare la distanza delle galassie relativamente vicine? Forse sì, grazie alla velocità relativamente bassa della luce (si fa per dire) e ai soliti telescopi delle Hawaii (ah… le Hawaii…).
Il silenzio era un po’ imbarazzante…Ricordate il banchetto che stava per fare il nostro buco nero? Un ammasso di gas chiamato G2 stava per finire nelle fauci del “mostro” galattico e ci si aspettava un bel fuoco d’artificio. E, invece, niente… Ora si è capito perché…