Prima di addormentarsi per sempre, Kepler ha scoperto ben quattro pianeti vagabondi delle dimensioni della Terra.
Conosciamo tutti la leggenda che riguarda Giotto e la sua “O”. Oggi siamo capaci tutti di disegnare, attraverso la tecnologia, un cerchio perfetto, una forma geometrica essenzialmente teorica. Esiste, infatti, in Natura qualcosa che sia veramente circolare o -meglio ancora- sferica? Bene, sembra che la Natura si sia data da fare e stia per raggiungere Giotto.
La frase del titolo è un po' sibillina e dovrei scriverla al contrario: ai dischi girano le stelle, ossia le ... sfere. Non lo scrivo per non essere tacciato di turpiloquio anche se oggi non sarebbe turpiloquio nemmeno nei conventi di clausura. A parte gli scherzi, ALMA cambia la visione dei dischi protoplanetari.
Gli occhi di Kepler si sono chiusi, dopo più di 2600 esopianeti individuati, non avendo più carburante a disposizione. Una missione pienamente riuscita, oltre ogni ottimistica previsione, passa il testimone a TESS. Kepler può riposare in pace sulla sua orbita eliocentrica... un piccolo pianeta in più.
Sembra quasi fatto apposta. Per la prima volta vengono “viste” comete vagabondare attorno a un’altra stella ed ecco che uno strano oggetto di poco più di cento metri appare nei nostri cieli con tutte le caratteristiche di provenire da lontano, molto lontano… Siamo forse ai preliminari di un attacco alieno?
Conosciamo tutti la leggenda che riguarda Giotto e la suo “O”. Oggi siamo capaci tutti di disegnare, attraverso la tecnologia, un cerchio perfetto, una forma geometrica essenzialmente teorica. Esiste, infatti, in Natura qualcosa che sia veramente circolare o -meglio ancora- sferica? Bene, sembra che la Natura si sia data da fare e stia per raggiungere Giotto.
Abbiamo parlato spesso di coppie stellari e di come il loro rapporto sia spesso improntato a un amore incondizionato (scambio di materia, unione e ringiovanimento, ecc.), ma anche a liti furibonde. Insomma, una coppia è una coppia anche nel Cosmo, con i suoi alti e bassi. Fa, però, molta tenerezza vedere coppie di innamorati che si limitano a far battere in modo anomalo i loro “cuori”, come i celebri amanti di Peynet…
Proprio ieri abbiamo parlato di un sistema doppio molto agitato, i cui le due stelle hanno scelto di formare un disco planetario ciascuna e uno in comune (non si sa mai…). Oggi parliamo, invece, della vita di un pianeta che ha avuto la sfortuna (apparente) di formarsi troppo vicino alla sua mamma. E se fossero due, potrebbe essere meglio?
Sembrava proprio che me lo sentissi… Ho appena parlato di stabilità dei sistemi planetari rifacendomi a una tesi di laurea (finita quasi subito nel dimenticatoio) ed ecco che le sue conclusioni relative ai Giove-caldi escono prepotentemente alla ribalta attraverso le osservazioni di Kepler e dell’Osservatorio franco-canadese delle Hawaii. Qualcosa va sicuramente cambiato nelle odierne visioni delle migrazioni (in tutti i sensi, purtroppo!).
Il banale quiz, presentato ieri, si risolve immediatamente con carta e matita e senza bisogno di essere astrofisici all'ultima moda... e senza ricorrere a stellarium. Basta poco per scendere dal proprio gradino posticcio e ricordare la geometria più semplice: un po' di umiltà non fa mai male, anche se ci si considera un luminare... Comunque, ringraziamo l'orrore scientifico per averci permesso di fare un po' di divulgazione terra-terra, ma sincera e corretta.
Ne abbiamo parlato poco tempo fa, limitandoci soprattutto a scherzare sulla dipendenza mostruosa che abbiamo dalla tecnologia elettronica e di come il Sole potrebbe divertirsi a mettere fuori uso questa nostra parte virtuale. Una recente ricerca comincia, però, a mettere qualche pulce in più nelle orecchie e ci fa vedere il Sole come qualcosa di diverso da un buontempone che mai farebbe del male alle sue creature.
Kepler, oltre ad averci regalato centinaia e centinaia di esopianeti, si è dedicato a scrutare continuamente galassie relativamente vicine, in attesa di cogliere sul fatto qualche esplosione di supernova. Il colpaccio (anzi due) è stato ottenuto. I modelli acquistano validità e ci mostrano un processo di importanza estrema per capire come le mamme stelle regalano ciò che hanno creato allo spazio che le circonda.
Si è iniziato lo studio delle atmosfere dei pianeti giganti che girano, vicinissimi, attorno alle proprie stelle. E’ saltato subito all’occhio un problema che sembrava di tipo formativo ed evolutivo. Alcuni mostravano la giusta quantità di acqua, mentre altri erano decisamente “aridi”. La risposta è più semplice del previsto: le nubi nascondono l’acqua. Semplice e senza alcun bisogno di processi esotici e complicati. Tratto l’argomento in modo molto rapido, dato che vorrei, molto presto, ampliare il discorso verso le nane brune e le loro … nuvole.
A leggere bene tra le righe si poteva immaginare qualcosa del genere. L’analisi dei dati fotometrici provenienti da Kepler forniva moltissimi pianeti CANDIDATI, ma ben pochi diventavano pianeti CONFERMATI. I candidati dovevano essere analizzati in dettaglio per essere sicuri di non aver preso fischi per fiaschi… Purtroppo, a volte, la fretta li ha inseriti già nelle ricerche statistiche, che adesso devono rallentare e prendere atto della situazione.
Ovviamente, il risultato che sta facendo il giro di tutti i media non è assolutamente niente di strabiliante. E’ stato trovato un pianeta che rivolve attorno a una stella simile al Sole, a una distanza comparabile e con un diametro di poco più grande del nostro. Insomma, un nuovo mondo all’interno della zona abitabile che si aggiunge agli altri già scoperti. Tuttavia, si è già visto che questa scoperta DEVE essere la notizia del secolo o quasi e , quindi, facciamo un po’ di chiarezza.
Il titolo dell’articolo appare molto dispersivo. In realtà segue un mio personale filo logico e non una singola ricerca. Tuttavia, ho voluto esprimermi liberamente, basandomi su dati di fatto, per far volare un po’ la fantasia (ma non poi tanto) e aprire una finestra di discussione. Sto riprendendo un po’ di tranquillità mentale…a presto la relatività (spero)…
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