Nel novembre 1824 Giacomo Leopardi scrisse una delle prose raccolte sotto il titolo di "Operette Morali". Tra esse vi è il "Cantico del gallo silvestre", dove Leopardi conclude le sue riflessioni con una visione "cosmologica" che infine tocca l'animo dell'uomo antropocentrico. Vale lo sforzo leggere il pur breve ma denso scritto.
Leopardi, L'enciclopedia Italiana, La campana cinese, Laplace, La meccanica celeste ... Tutto questo (e molto altro ancora) può descrivere l'Universo! E come tutte le cose più belle anche l'Universo sa cantare anche se non si sente.
Cosa fareste se foste sfidati ad affrontare l'impossibile compito di recitare e sviscerare in pochi minuti una delle più complesse opere della tarda maturità di un genio? Un tempo così breve che non sarebbe sufficiente neanche a finire di leggere l'opera. Ebbene, chi pensava di mettere in difficoltà il nostro Mauritius (alias Giacomo Maupardi), ha dovuto ricredersi! Ecco come...
Cosa mai potrebbero avere in comune uno dei più grandi poeti e pensatori di tutti i tempi ed un uomo di Scienza che ha dedicato la propria vita allo studio dell'Universo? Forse poco, forse niente, forse... tutto. Scopriamolo insieme ai nostri teneri ed arguti piccoli amici!
Tra i tanti documenti sepolti nelle vecchie biblioteche, è stato recentemente ritrovato un manoscritto di un discepolo di Copernico, uno di quelli a lui più vicini. Ciò che vi è scritto sembra un racconto di fantascienza, ma tale non può essere, dopo gli studi accurati svolti dai maggiori esperti. Non per niente, perfino il sommo Leopardi, ben più che solo un grande poeta, ha raccontato tra ironia e saggezza la stessa storia. E se la conferma Leopardi, dobbiamo crederci tutti. Eccovi un sunto del documento, estremamente fedele.
Beh… è bastata l’intrusione di Alvy (era ora!), l’accenno di Umberto e il solito problema di chi parla tanto senza volere prima studiare (non mi riferisco certo a voi!), ed ecco che la frittata è fatta. No, non parlerò di Relatività Generale, ma dell’angoscioso problema del destino dell’Universo e, quindi, della sua “forma”… Attraverso qualche formula che è alla portata di tutti coloro che abbiano digerito la matematica illustrata finora (ma anche meno), ricaviamo nientemeno che la densità critica, data solitamente come risultato di equazioni ben più complicate (ne parleremo quando faremo la relatività generale).
A seguito della splendida intuizione di Pier Francesco, che ha richiamato in un commento una meravigliosa operetta morale di Giacomo Leopardi, ho ritenuto opportuno pubblicarla direttamente come articolo. Un salto di qualità enorme nell'autore...rispetto al solito...