Anni di studi ed indagini condotte su un minuscolo sassolino "strano" trovato nel deserto sembrano averne accertato la provenienza extraterrestre, ma la sua genesi resta ancora un enigma. Molti tentativi sono stati fatti per far luce sull'origine del meteorite "Ipazia", scomodando persino una dei fenomeni più rari e potenti dell'universo.
Le tectiti... piccoli frammenti sicuramente associati a grandi impatti asteroidali con il nostro pianeta. Probabilmente composti da materiale terrestre, esse, comunque, sembrano ricordare le origini aliene. Un articolo giocoforza semplificato di planetologia, che ha visto la supervisione del nostro geologo di fiducia, Guido, a cui vanno i miei ringraziamenti.
Ogni giorno la Terra pesa un po' di più...
Sembra proprio una favola, anche scherzosa, ma quanta verità dietro di lei... Noi siamo riusciti a farcela raccontare dalla diretta interessata. Miracoli del nostro Circolo...
Ryugu mostra i suoi crateri e Bennu risponde a par suo: non era stelle di sfondo, ma proprio "sassi" quelli che volavano attorno all'asteroide!
Questo articolo è inserito nella sezione d'archivio "Figli delle stelle (e degli asteroidi, e delle comete...)" Gli zuccheri sono già stati trovati nelle analisi delle meteoriti, ma mai del tipo essenziale per la vita. Nuove ricerche, eseguite con tecnologie innovative, hanno, finalmente, mostrato l'esistenza del ribosio, un carboidrato essenziale per le cellule viventi e, […]
Le meteoriti sono normalmente pensate come pezzi di roccia aliena che riescono a superare le insidie dell'atmosfera (erosioni e attriti vari) e raggiungere con molta fortuna per noi (se sono piccole, ovviamente) il suolo terrestre. Tutto è legato solo alla massa dell'oggetto e al caso? Sembra proprio di no...
Si sa benissimo che la Terra viene investita ogni anno da un numero molto alto di meteoriti, Tuttavia, non è facile trovarle e individuarle a meno che non si trovi un luogo che le conservi quasi perfettamente come un museo all'aperto.
Il Sistema Solare ha passato varie fasi prima di riuscire a formare l’attuale famiglia di attori che dominano il suo Teatro, i pianeti. Gas e polvere, prima, e -piuttosto rapidamente- planetesimi ed embrioni planetari, dopo. Gli unici segnali di questo concitato e caotico periodo rimangono quelli tramandati, dopo una evoluzione collisionale intensa, dagli asteroidi, per lo più frammenti sopravissuti a catastrofi primordiali. Un’analisi di laboratorio e un nuovo modello teorico (confortato dalle osservazioni) sembrano richiamare in vita gli attori la cui terribile “lotta” ha portato alla situazione odierna.
Prendete un piccolo asteroide di tre metri e fatelo esplodere nella nostra atmosfera. Il risultato è un “botto” che libera un’energia pari a 10 kilotoni e una luce almeno dieci volte quella della Luna piena. No, non è l’inizio di un film catastrofico, ma ciò che è stato visto alle 4 del mattino del 2 giugno nel cielo dell’Arizona.
Sembrerebbe un articolo piuttosto tecnico e, in realtà, lo è. Tuttavia, l’importanza per l’origine del Sistema Solare e per le capacità creative delle supernove è tale da accettare un piccolo sforzo interpretativo. I chimici mi perdonino se ho cercato di semplificare al massimo la problematica...
Media INAF colpisce ancora. Questa volta tutto dipende dall'aver perso per strada una sola parola, ma senza di lei le cose cambiano completamente. Speriamo che pochi neofiti vadano a leggere notizie del genere...
Abbiamo discusso di ricerche serie e meno serie, di scoop motivati e di spot pubblicitari, di nuova inquisizione scientifica e di imposizioni politiche. Vi sono poi articoli che non sono né carne né pesce. Ossia, confermano cose ovvie, già sufficientemente provate, ma che vale sempre la pena ribadire. L’importante, nuovamente, è non volergli dare un’importanza che non hanno. A volte sotto al vestito c’è poco o niente… (di nuovo, almeno…). In questi ultimi tempi sembra che lo studio dei corpi minori si sia dimenticato completamente di quanto è stato fatto e dimostrato non molti anni fa. Forse i nuovi scienziati non hanno più tempo per leggere? Ma mi stupisco anche delle riviste (prestigiose) che pubblicano l'acqua calda.
No, non mi picchiate. Vi assicuro che stimo moltissimo il pianeta Marte. Anzi, essendo il più vicino ai “miei” asteroidi e avendo subito anch’esso una parziale interruzione della sua formazione a causa del “solito” Giove, mi è particolarmente caro… Talmente caro che mi dispiace che si perda tempo a giocherellare con la sua superficie, quando proprio lui ci ha già inviato i suoi messaggi più interessanti. Come le bottiglie lasciate dai naufraghi in balia dell’oceano, così Marte ha cercato di avvisarci da moltissimo tempo sul suo passato. Bastava solo estrarre il foglio da dentro la bottiglia e … leggerlo. Qualcuno cerca di farlo, ma quasi in silenzio e con un po’ di paura.
Sappiamo benissimo che la misura della pressione atmosferica è in grado di dare informazioni fondamentali per le previsioni meteorologiche. Se la pressione cambia abbastanza nella nostra atmosfera, figuriamoci di quanto può variare durante gli episodi violenti ed esplosivi dell’Universo. Purtroppo, non abbiamo barometri da inviare direttamente nel luogo dell’evento, ma sembra che si riesca a utilizzare un composto organico come messaggero di queste informazioni fondamentali. A questo composto chimico importa poco del tempo che è passato. Basta recuperarlo in qualche meteorite, che funge da bottiglia contenente il messaggio inviato in giro per il Cosmo.