Ancora una volta i piccoli Davide riescono a vincere contro i grandi Golia. Questa è la volta di Titano e Saturno, ma tra breve toccherà a Callisto (e fratelli) e Giove.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Una volta tanto Media INAF traduce bene una nota ufficiale ed è giusto fare riferimento al suo articolo, perfettamente esplicativo, che riguarda ancora una volta il celebre sistema planetario di Trappist-1, che già abbiamo menzionato sia per la immediata frenesia di affibbiargli vita aliena, ma, sopratutto, per il tragicomico tentativo di utilizzare Celestia, per ottenere in modo completamente sbagliato ciò che chiunque con foglio e matita -e un po' di PC- avrebbe potuto fare correttamente in pochi minuti.
Sembrava proprio che me lo sentissi… Ho appena parlato di stabilità dei sistemi planetari rifacendomi a una tesi di laurea (finita quasi subito nel dimenticatoio) ed ecco che le sue conclusioni relative ai Giove-caldi escono prepotentemente alla ribalta attraverso le osservazioni di Kepler e dell’Osservatorio franco-canadese delle Hawaii. Qualcosa va sicuramente cambiato nelle odierne visioni delle migrazioni (in tutti i sensi, purtroppo!).
Ogni giorno si scoprono nuovi esopianeti e, spesso e volentieri, invece di aiutare a descrivere una teoria unitaria di formazione planetaria, creano non pochi problemi agli astrofisici.
Per molto tempo si è pensato che esistesse un pianeta (Vulcano) più vicino al Sole di Mercurio. Oggi sappiamo che non è vero. Tuttavia, i risultati di Kepler ci dicono che una volta, forse, c’era veramente.