Le missioni spaziali, si sa, richiedono una minuziosa e complessa preparazione che inizia molti anni prima del lancio. Inoltre, non è infrequente che, durante la fase di studio e analisi, si apra davanti agli occhi dei ricercatori una pletora di potenzialità da esplorare, non considerate nel progetto iniziale. Gaia costituisce una caso emblematico in tal senso, e le inaspettate ed entusiasmanti scoperte di cui si sta rendendo protagonista stanno rivoluzionando l'astronomia. Per questo è stato, è, e sarà necessario il coinvolgimento di moltissimi scienziati, ognuno dei quali impegnato ad inserire la propria tesserina in un immenso e meraviglioso puzzle di Scienza e Conoscenza. Uno di questi lo conosciamo molto bene ed è arrivato il momento di parlare del suo contributo a Gaia!
Doveva essere solo un database di prova per testare le potenzialità del sistema, e invece il primo set di dati si è rivelato una miniera di scoperte, una più interessante dell'altra! Nane rosse e bianche finora sconosciute nostre vicine di casa, stelle iperveloci lanciate verso il vuoto intergalattico, incontri stellari ravvicinati nel futuro prossimo del nostro Sole, stelle variabili, quasar... in questo articolo l'ESA ci propone una panoramica di tutto questo, nel prossimo, dedicato al secondo rilascio di dati, ci aprirà le porte verso il teatro infinito del Cosmo!
Il primo rilascio di dati del satellite Gaia ha determinato un numero sorprendente di inaspettate scoperte scientifiche. E il bello è che ciò è niente in confronto a quanto ci si aspetta dal secondo! Parliamone...
Forse ci si poteva anche arrivare riflettendo e comprendendo le regole dell’Universo: se una cosa riesce bene, è inutile cambiarla. Tuttavia, una interessantissima prova indiretta è stata ottenuta sfruttando in parte i primi dati di Gaia e il più grande telescopio ottico del mondo.
Dopo aver preso confidenza con l'astrometria e averne ripercorso la storia dall'Antica Grecia ai giorni nostri, siamo finalmente pronti per entrare nel vivo della missione Gaia, attualmente in corso, il cui principale obiettivo è quello di realizzare la più grande e precisa mappa tridimensionale della nostra galassia, mappando l'uno percento dei cento miliardi di stelle che la compongono.
Un breve riassunto della storia dell'astrometria, sia visivo che... uditivo, prima di tuffarci nel vivo della missione Gaia. Buon ascolto!
I telescopi spaziali, non risentendo dei limiti imposti dall'atmosfera terrestre, fanno fare il salto di qualità all'astrometria. Negli anni '80 del secolo scorso, la missione Hipparcos segna l'inizio della nuova era e lascia un'eredità inestimabile che verrà raccolta e dalla missione Gaia, all'inizio del nuovo millennio!
Mentre la nostra Daniela ci sta descrivendo gli antefatti scientifici e storici che hanno portato a una missione straordinaria come GAIA (chissà cosa penserà Ipparco...), non si può dimenticare cosa si nasconde dietro alla preparazione di una meraviglia del genere.
Continuiamo a ripercorrere l'evoluzione della mappatura del cielo nella storia della scienza, grazie agli splendidi articoli dell'ESA che stiamo traducendo. Questa volta parleremo di come l'invenzione del telescopio abbia impartito a tale evoluzione un ritmo senza precedenti.
Tutto cominciò così, era il 1609... "e prima di tutto mi preparai un tubo di piombo, alle cui estremità applicai due lenti, ambedue piane da una parte, dall’altra invece una convessa ed una concava; accostando poi l’occhio alla concava, scorsi gli oggetti abbastanza grandi e vicini" (Galileo Galilei)
"Astrometria = Parte dell'astronomia che studia le posizioni degli astri e le loro variazioni". In questa stringatissima definizione da dizionario si nasconde una storia affascinante che inizia nel momento in cui l'uomo volge l'occhio al cielo e che probabilmente non avrà mai fine. La missione Gaia sta scrivendo una pagina fondamentale di questa storia e noi ve lo vogliamo raccontare... non prima, però, di avervi spiegato cos'è l'astrometria e come si è evoluta nei secoli.
Se lanciate con grande abilità e forza, le stelle di altre galassie possono venirci a trovare.
Anche quando ti senti pronto a tutto, certi avvenimenti lasciano il segno. Fortunatamente, si tratta solo di delusioni scientifiche, anche se condite con risvolti profondamente umani. Un po’ di tristezza e poi passa tutto. Volevo, però, sfogarmi velocemente con voi che avete imparato a comprendermi nel bene (poco) e nel male (tanto). Se a volte sono duro e arrogante è solo per la voglia di trasmettere e non certo per apparire. Non ho mai usato questo tipo di approccio (molto comune, ve lo assicuro) e ora non ne avrei proprio più alcun bisogno. Tuttavia, qualche delusione mi scuote ancora… Abbiate pazienza e da domani torniamo ai nostri amici celesti che non ci tradiscono mai.