E’ da poco che abbiamo descritto come ALMA abbia trovato molecole molto complesse in un disco stellare, fin dall’inizio della costruzione planetaria. Oggi, un’altra ricerca mostra che stelle nascenti di tipo solare contengono altri mattoni primordiali, quando raggiungono una certa maturità infantile (temperatura sufficiente, in poche parole). Insomma, prima di formare gli elementi chimici (sempre che sia in grado di farlo), una stella inizia a creare le basi della vita. Cari amici, se fosse davvero così, inchiniamoci a queste enormi “stufe” cosmiche che ci regalano praticamente tutto e lo fanno senza nascondersi alle osservazioni. E poi -udite! udite!- sembra che la vita non abbia bisogno di materia oscura. Stiamo zitti, però, se no la infilano anche dentro gli aminoacidi…
Spesso le notizie astronomiche hanno un’importanza che va oltre il fenomeno stesso che stanno analizzando. Possono, in realtà, indicare chiaramente una vera rivoluzione in atto nell’astrofisica odierna. Basta saper leggere tra le righe e lasciarsi trasportare dalle emozioni. Come diceva il grande Battisti: “Tu chiamale, se vuoi, emozioni…”.
La news a cui accenno sembra a prima vista eclatante: scoperto il meccanismo attraverso cui l’unione di due galassie porta alla nascita di nuove stelle. Leggendo tra le righe, però, e senza farsi suggestionare dai tempi di calcolo usato, a me sembra proprio che la montagna abbia partorito un topolino. Ne approfitto per riflettere un po’ sui modelli al computer…
Uno dei momenti più entusiasmanti nella vita di una stella è senza dubbio la sua nascita. Non è certo facile assistervi dato che il tutto avviene all’interno di una nube fredda e scura. Per superare questa forma di “privacy” la tecnologia deve superare se stessa e soprattutto riuscire a vedere sempre meglio le cose fredde che emettono meglio tra l’infrarosso e le onde radio. ALMA è lo strumento più sofisticato che abbiamo e… si vede!
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