Per parlare di onde gravitazionali bisognerebbe avere ben chiara la Relatività Generale e tutte le sue formule. Tuttavia, per gli scopi attuali di questo circolo possiamo usare delle spiegazioni semplificate (ci sarà tempo per renderle sempre più tecniche). Ho notato un po’ di confusione e, allora, cerco di eliminare i dubbi principali. Non prendete la trattazione, però, come qualcos di veramente “professionale”…
Pescare le onde gravitazionali è come pescare un grosso e furbissimo pesce. Ci vuole molta sensibilità e il luogo adatto. Il nuovo LIGO forse ci riuscirà a fine anno, pescando negli ammassi globulari.
Ho riunito due news particolarmente interessanti che riportano entrambe la scoperta di qualcosa che, malgrado di massa enorme, si nasconde abbastanza bene. Parliamo di buchi neri galattici che si mostrano con difficoltà, ma che potrebbero aprire nuove finestre per lo studio della formazione delle galassie primitive e indicare le migliori posizioni per cercare le tanto attese onde gravitazionali.
Se ne era parlato come di una scoperta epocale. I media e i siti pseudo-scientifici si erano scatenati con estrapolazioni quasi fantascientifiche. Tutti sapevano, ormai, la “formazione migliore per la nazionale” dell’inflazione cosmica. I cosmologi nascevano come funghi… E invece, l’umiltà, innata nella definizione di ricerca scientifica galileiana, ha avuto il sopravvento. Qualcuno dovrebbe riflettere…
Una recente ricerca teorica non ha fatto altro che leggere un po’ meglio tra le numerose “gemme” che ancora si nascondono nella relatività di Einstein. Sembra impossibile, ma a distanza di tanti anni non si sono ancora studiate abbastanza a fondo le implicazioni della geniale teoria del nostro amico Albert. Le onde gravitazionale potrebbero essere scoperte molto più facilmente del previsto. Come? Basta cercare nel Cosmo gli strumenti musicali adatti allo scopo!
Eccovi due “news” riferite, entrambe, a effetti speciali creati da buchi neri galattici. Il primo caso è particolarmente impressionante e ci ricorda i fuochi artificiali. Il secondo è molto meno evidente, ma potrebbe aprire la strada per la scoperta di molte coppie di buchi neri (teoricamente invisibili) e fornire ottimi candidati per la ricerca delle onde gravitazionali.
Forse, dico forse, il “rumore” del Big Bang si è fatto sentire, confermando la teoria inflazionaria. Però, andiamo con i piedi di piombo.
Questo articolo vuole raccontare una storia che quasi sicuramente avverrà nel prossimo futuro. Magari anche tra due o dieci o quarant’anni. Non è sicuro il momento, ma quasi sicuramente entro cinquant’anni. Gli astrofisici si stanno preparando al meglio per non perdere questo straordinario avvenimento. Voglio descriverlo come fosse un racconto di oggi. Buon divertimento.
Non avrei voluto “massacrarvi” così frequentemente, ma questa notizia mi sembra particolarmente importante e vorrei raccontarvela subito,in modo semplice e intuitivo, malgrado si parli nientemeno che di onde gravitazionali