Mentre si continua a parlare di Marte e si discute su acqua sì o acqua no, il piccolo Cerere ci dimostra che sotto la sua crosta vi è quasi sicuramente un mare di acqua salata. Di dimensioni -forse- ridotte, ma sufficienti per mantenerlo geologicamente (soltanto?) ancora vivo e vegeto.
Non immaginavo nemmeno io, che li ho visti praticamente nascere, che i pianeti nani arrivassero a un tale livello di idiozia astrofisica. I nani sono loro o i cervelli di chi continua a dedicarsi alla loro classificazione? Ovviamente, Media INAF si adegua e non fa niente per insegnare e dirigere le conoscenze, aumentando, invece, la confusione.
Vedere dune su Plutone era qualcosa di assolutamente impensabile, ma il meccanismo capace di crearle si è trovato e il piccolo pianeta riprende sempre più quell’importanza che il declassamento (di tipo mediatico) sembrava avergli definitivamente strappata. Grande Plutone!
Sono molto lieto di presentare questo articolo, che altro non è che la traduzione pari pari dell’abstract apparso su Nature (più qualche mio commento personale). Ciò deriva non solo dall’interesse della scoperta in sé, ma soprattutto dalla conferma (in tempi di telescopi mostruosi) che piccoli strumenti, bene organizzati, possano ancora fare lavori di prim’ordine, con la partecipazione anche gli astrofili "veri", quelli che desiderano aiutare la Scienza e non divertirsi a guardare galassie virtuali per fare innervosire i colleghi.
Ho preferito unire in un solo articolo, spezzato in due, un argomento che, come già detto ripetutamente, ha un senso fisico piuttosto limitato, ma che continua a imporsi come fonte di dibattiti e polemiche. Iniziamo con il redivivo americano “Plutone” e il suo stato sociale “secondario”. Poi passeremo a qualcosa di più “solido”, anche se ancora molto aleatorio.
La rivista Science ha pubblicato sei nuovi lavori su Cerere, fornendo notizie solo in parte inaspettate. La scoperta più interessante è sicuramente l’origine del famoso monte estremamente regolare che sembra essere nato dal nulla.
Le nuove immagini di Cerere riprese da un’altezza di circa 1500 km mostrano l’eccezionalità del monte conico (o piramidale) che già si era scorto a distanza. Che dire? Sembra proprio un intruso e mi aspetto che qualche giornale parta in quarta con una spiegazione legata a un manufatto artificiale… In realtà, esso sembra nascere dal nulla e, purtroppo, le immagini non vengono commentate scientificamente dagli esperti… Speriamo che Cerere non faccia la fine di Rosetta e delle sue mirabolanti scoperte solo accennate e mai veramente discusse in un contesto scientificamente valido. Resta sempre aperto, però, il concorso sull’origine delle macchie bianche… Temo molto… anche perché Plutone sembra essere passato in … cavalleria!
Analizzando le prime immagini del pianeta nano Cerere si evidenziano due caratteristiche salienti di cui abbiamo già parlato. Due caratteristiche che restano ancora misteriose, in attesa di un ulteriore avvicinamento della sonda al grande asteroide “italiano”.
Cerere sempre più vicino e le macchie bianche si moltiplicano... Sopresa? Non più di tanto.
New Horizons deve risvegliare sopiti entusiasmi e il team della missione le sta provando tutte. Noi sappiamo benissimo che non ce ne sarebbe bisogno, ma, come scritto da poco, l’uomo si emoziona solo per i VIP e Plutone ha perso quel ruolo. Tuttavia, la NASA ha anche provato a risvegliare un bell’addormentato, che -forse- avrebbe dovuto avere un riguardo superiore, facendo probabilmente un piccolo autogol. Noi, però, la avevamo già svegliato tempo fa, in tempi non sospetti, e ne sono proprio contento!
New Horizons si avvicina a Plutone e al suo mini sistema satellitare. L’interesse scientifico è sicuramente molto alto, mentre quello mediatico è nettamente sceso dopo il declassamento di Plutone a pianeta nano. Penso che vi sia bisogno di rifare chiarezza sulla nuova terminologia utilizzata nel Sistema Solare, evitando alzate di scudi, poco sensate, a favore dell’ex pianeta.