Nel precedente articolo intitolato “il pavone planò e cosa vide?” avevo promesso che avrei ripreso l'argomento utilizzando un quadro prospettico in posizione mobile (a distanza costante dall'osservatore). Questo accorgimento permette di risolvere il problema di rappresentare in prospettiva centrale la visione durante la planata in base a semplici relazioni che legano le variabili.
Il pavone vola, non come un'aquila ma abbastanza da vedere le cose dall'alto e quando plana, come tutti quelli che planano, vede il terreno avvicinarsi e le linee di fuga prospettiche mutare la loro inclinazione. Che mai vedrà in quei pochi istanti prima dell'atterraggio?