Questa è un ciliegina cosmica molto vicina a noi e, come spesso capita, le cose troppo vicine vengono sempre trascurate... Mi sono immaginato un'ipotetica domanda con la relativa risposta un po' "maliziosa".
Nell’Universo bisogna anche saper morire (o meglio trasformarsi) con grande dignità e sicurezza. Lo sanno fare le stelle come il Sole diventando nane bianche, lo sanno fare le stelle molto più piccole, senza tanto clamore e in tempi lunghissimi, lo sanno fare le stelle più grandi con le loro utilissime esplosioni di supernova. Vediamo come si sta preparando a farlo VY Canis Majoris, la stella più grande che conosciamo!
Non volevo parlarne, ma temo che, passato il periodo delle grandi alluvioni, dimenticandosi poi come sempre di agire malgrado mille promesse, si tornerà a notizie più eclatanti, dato che ormai il GW è una tiritera fin troppo monotona (a furia di gridare “al lupo al lupo” nessuno ci crederà più…) ed ecco servito su un piatto d’argento il passaggio ravvicinato di una vela spaziale di origine aliena!
La fantascientifica idea (ma non poi tanto) che vede in qualche modo coinvolto Hawking (soprattutto per rendere l’operazione fortemente mediatica) ci potrà permettere di mandare moltissime sonde su Alpha Centauri in un tempo non superiore a circa 20 anni. E magari, anche meno… La missione sfrutta un’amica di cui abbiamo parlato spesso ultimamente: la quantità di moto (e la sua conservazione).
Sia affrontando la meccanica quantistica, sia analizzando i fenomeni macroscopici ci convinciamo sempre di più che la Natura preferisce le vie di mezzo. La nostra stessa Terra non deve essere né troppo grande né troppo piccola, né troppo calda né troppo fredda, né troppo lontana né troppo vicina, per mantenere la vita biologica. La stessa strategia è usata dalle giganti del cielo, le stelle che hanno masse decine di volte quella del Sole.