Devo ammettere che la dinamica relativistica mi ha stancato un poco e ho deciso di divertirmi (e farvi divertire, in attesa di articoli più … pesanti). Ecco un altro semplicissimo quiz papalliano, dedicato ai papallini e ai solutori anche veramente poco abili. Penso che tutti i lettori del circolo siano in grado di rispondere… per cui invito i più esperti a soprassedere…
Questo è un quiz decisamente semplice e legato soltanto alla meccanica classica: i papalatleti non riescono a lanciare palline a velocità prossime a quella della luce! Mi aspetto che non rispondano soltanto i soliti "esperti"... anzi, chiedo loro di aspettare un po' prima di dare la risposta... In. seguito, papallicoli sapranno, quando avranno parlato di accelerazione, divertirci con molte variazioni sul tema.
Diamo la soluzione del quiz relativistico destinato ai solutori più che abili. Le risposte date erano praticamente tutte giuste, cosa di cui non mi stupisco, visti i ... concorrenti. Mi sarebbe piaciuto, però, vedere qualche tentativo in più...
Questo esercizio non è assolutamente necessario per proseguire nella dinamica relativistica. E’ un “di più” che può essere utile per mettersi alla prova sulla RR e per prepararsi in anticipo alla discussione sull’uguaglianza tra massa ed energia, caposaldo einsteiniano. In questo “quiz” vogliamo fare qualcosa di molto simile a quanto ottenuto nell’ultimo capitolo sulla dinamica […]
In questo breve articolo rispondiamo soltanto alla domanda fatta a proposito del gioco papalliano, in cui due papalli corrono uno verso l’altro con la stessa velocità, mentre un elettrone, di dimensioni nulle, continua a far la spola (con velocità più alta) tra uno e l’altro. Il gioco ha, tuttavia, molti risvolti di tipo didattico e varie possibilità di ottenere risposte più articolate. Seguirà, perciò, quanto prima, un articolo un poco più complesso che sfrutterà le serie convergenti e un po’ di geometria analitica. Un articolo a tre mani, dato che un rilevante contributo alle sue varie sfaccettature è stato dato sia da Paolo che da Umberto. Un tipico lavoro d’equipe!
Qualche commento e un'anticipazione sull'articolo di soluzione del quiz relativo all'urto papalliano.
Non voglio portare via il lavoro ai nostri inarrivabili papallicoli, ma ho ricevuto, poche ore fa, un messaggio da un simpatico alieno che è stato da poco su Papalla … Ovviamente era entusiasta. Mi ha raccontato di avere assistito a un gioco sportivo-matematico-geometrico veramente divertente. Sicuramente esso è ben noto ai nostri papallicoli… tuttavia, lasciate che ve lo proponga dato che, come tutto su Papalla, ogni gioco sconfina in una matematica che può diventare anche piuttosto complessa. In altre parole, parte come gioco e come piccolo quiz, ma può portare a calcoli generalizzati non proprio banali… Essendo in clima di urti relativistici, mi sembra una ghiotta occasione.
Grazie a una domanda del nostro caro amico Gaetano, sorge spontaneo e interessante il QUIZ: "E' più significativo il movimento apparente del nono pianeta a causa del suo moto orbitale o a causa della parallasse annua?". Assumiamo come raggio della sua orbita circolare 600 UA (approssimazione enorme, ma già interessante). A voi la risposta... Guardate che NON è un problema di meccanica celeste, ma molto, molto meno...
A chi ha già ben digerito la prima parte della dinamica relativistica, e -forse- si sta annoiando, vorrei fare una domanda estremamente semplice, che necessita di una risposta rapidissima e senza alcun calcolo. La faccio, dato che si collega moltissimo a ciò che stiamo per fare con la quantità di moto e alle sue conseguenze.
A qualcuno potrebbe sembrare che io stia sollevando un sacco di problematiche concettuali e di ostacoli, nel tentativo di descrivere correttamente la quantità di moto relativistica. In giro per la rete si trovano determinazioni velocissime e che -a prima vista- sembrano del tutto logiche… sicuramente più rapide e semplici del procedimento che ho iniziato a descrivere con molta precauzione. Attenzione, però...
Eccovi la soluzione che io ho considerato come la più semplice e immediata. Non ve ne era nemmeno bisogno, a seguito delle risposte mandatemi. Tuttavia, ripetere fa sempre bene...
Visto che i soliti “impavidi” si sono lanciati egregiamente nella risoluzione del quiz sulla librazione in longitudine della Luna, invece di rispondere, completo il quiz, rimandando la soluzione finale a un unico articolo. Pronti… via!
Un Natale con la Luna Piena: un’occasione abbastanza rara, anche se non rarissima. Tuttavia, quel tanto che basta per farmi pensare al “faccione” del nostro satellite e proporvi un quiz estremamente facile, ma che spesso viene risolto in modo errato o confuso. Sto parlando delle librazioni lunari…
Stavo raccogliendo un po’ di materiale per descrivere la storia avventurosa, oggi più o meno ricostruita, delle comete del gruppo di Kreutz (ho visto un recente bellissimo filmato di SOHO), quando mi è venuta in mente anche un’altra idea completamente diversa, ma che si ricollega in qualche modo al primo argomento. Un concetto banalissimo che però -forse- viene spesso sottostimato. Prima di esporlo, vi faccio un piccolo quiz…
Prima o poi dovremo veramente dedicarci ai buchi neri in modo abbastanza articolato, senza utilizzare troppe frasi fatte di dominio pubblico. Avevamo già cominciato, ma poi si è capito che era meglio sospendere per attendere la relatività generale e il concetto approfondito di curvatura. Questo breve articolo può essere considerato un leggero antipasto e una specie di QUIZ, anche se la soluzione ha dei risvolti che vanno ben al di là di quanto si possa spiegare in poche righe. Limitiamoci, quindi, alla trattazione più semplice e immediata. Consideriamolo solo un piccolo tentativo per capire quanto realmente sappiamo di un buco nero, in attesa di parlarne con maggiore dovizia di particolari…
Tanto per girare il coltello nella piaga, il carissimo amico Domenico Licchelli (che già conoscete di nome e di cui continuo a “sponsorizzare” il magnifico sito) mi ha inviato un’immagine “divulgativa” recuperata nel sito ufficiale dell’ESO. Devo ammettere che leggendo la didascalia l’errore viene, per così dire, “corretto”, ma spesso e volentieri ci si ferma […]