In un precedente articolo abbiamo visto le conseguenze di una improvvisa frenata della Terra nella sua rotazione orbitale e, in uno successivo, abbiamo anche visto cosa accadrebbe se la Terra smettesse “semplicemente” di girare su sé stessa. Oggi, grazie alla testimonianza di chi ha vissuto l'evento descritto in quel secondo articolo, possiamo fornire ai lettori una informazione più completa sull'impatto che esso ha prodotto sulla vita del genere umano.
La ricerca di vita su altri pianeti porta a soluzioni forse un po' troppo fantascientifiche...
Percorrendo un'autostrada vidi un tavolino ben sistemato tra le corsie. Invece dell'ovvia considerazione che lì fosse carambolato dal tetto di qualche automobile, finendo per caso ritto sulle gambe, m'immaginai che attendesse d'esser imbandito. Poi, sul quel primo fantasticare, i pensieri s'involarono e ne sortì una storia.
Le ruote della bicicletta non portano in viaggio solo un uomo ma anche una filosofia di vita.
Chi ha conosciuto il Grande Solitario sa che questo era il suo pensiero.
L'attività umana può apparire del tutto inspiegabile, dipende dai punti di vista.
Un ricordo potente m'ha all'improvviso restituito il fantasioso mondo dell'infanzia, là una botte viveva come un misterioso compagno.
Vi sono parole banali, parole potenti, parole antiche e parole semplici, parole acuminate e parole lievi.
Parole solitarie, parole come incudini e parole incolori.
Ma nessuna parola è inutile. Per quanto piccolo a ciascuna va riconosciuto il giusto valore.
Alcuni personaggi non hanno bisogno di far parte di un racconto, sono loro stessi il racconto.
I monumenti che vegliano piazze, incroci e luoghi di svolte storiche sono muti operai di memorie.
Sta ai vivi dar loro voce.
Certo brevi confini ha il nostro tempo.
Scorgiamo i nostri anni e li contiamo.
Ma quale occhio mortale
Ha mai veduto gli anni delle genti?
(Friedrich Holderlin)
Padre Fernando rimuginava fisso alla striscia di lardello stesa su una fetta di pane nero davanti a sé. Accanto alla coppia adagiata profumava un bicchiere di vino rosso. La medesima chiosa che concludeva il suo pranzo di ogni giorno. Dalle gambe del tavolo risaliva un secco raschiare di tarli, ritmato come il rintocco di una pendola a rompere il silenzio della stanza. O forse proveniva dalle viscere di qualcuno dei vetusti altri mobili nella canonica. Difficile dirlo pur nella quiete d’attorno.
Ma quello non era il solito pranzo. No, proprio no.
Questo articolo è solo una presentazione... una presentazione a un tesoro che Guido ci ha permesso di scoprire recentemente e che ci ha lasciati letteralmente a bocca aperta. Invitiamo, perciò, tutti a leggere questo tentativo di dare la nostra fioca luce a ciò che tra breve risplenderà di luce propria, a dir poco abbagliante!
Sul quarto pianeta della stella Vega si svolgono ogni anno i giochi olimpici intergalattici seguiti da miliardi e miliardi di appassionati. Un evento di estrema importanza per quel mondo abitato da alieni estremamente volenterosi di mettersi sempre alla prova e mostrare la loro grande capacità negli sport di gruppo.
Spesso e volentieri cerchiamo di unire cultura generale e cultura scientifica, ben sapendo che esiste, in fondo, una e una sola cultura, sempre condita di un sano pizzico di ironia, verso se stessi e gli altri. Approfittando di una celebre serie di racconti della fine del 1300, all'inizio del ventesimo secolo vennero creati una serie di puzzle, in qualche modo legati a quelle storie medioevali. Presentiamone uno, sperando che possa far passare il tempo a grandi e piccini in questo periodo di clausura forzata.
Poteva il nostro Mauritius rimanere insensibile dopo che il suo ordine online, preparato con tanta cura e l'acquolina in bocca ad ogni clic, è andato improvvisamente in lockdown? No che non poteva... e, siccome è una personcina educata, invece di organizzare un flash mob a suon di parolacce, ha messo a tacere i nervi rispolverando un vecchio racconto e adattandolo alla situazione.
Fate tesoro dell'idea, di questi tempi potrebbe essere utile!
"Volare alto": in senso figurato significa non preoccuparsi delle piccolezze della vita quotidiana, spesso non capirle neanche, quasi non le si vedesse, come se ci si dovesse occupare di cose molto più importanti e per questo si volasse molto in alto, tanto da non riuscire a scorgere quello che succede a livello del suolo. Giusto. Ma se il volo non è troppo alto (né troppo basso), può capitare di vedere meglio ciò che accade al suolo. Quale sarà, quindi, la giusta altezza a cui volare? Forse Piero l'ha scoperta, vediamo come...