Ricordate la sonda Cassini? Quella che ha volteggiato tra Saturno, i suoi anelli e i suoi satelliti per molti anni e ci ha illuminato d'immenso su quell'angolo di Universo? Se vi ricordate di lei e vi siete mai chiesti cosa potrebbe avere visto dopo essersi tuffata tra le braccia del gigante gassoso, state per avere la risposta alla vostra domanda.
Non è ancora Pasqua, ma un uovo con sorpresa è apparso nel Sistema Solare.
Anche nel Cosmo c'é chi ama una vita spericolata.
una delle mie solite riflessioni serali
Capita, ogni tanto, che il prof. si assenti per qualche giorno e che nasca l'esigenza di intrattenere i lettori abituati a farci visita quotidianamente e a trovare qualcosa da leggere. Nessun problema, starete pensando... basta rovistare in archivio alla ricerca di qualche bell'articolo pubblicato anni fa e il gioco è fatto! Sembra semplice, ma... come vincere l'imbarazzo della scelta tra le migliaia di articoli pubblicati? Questa volta, per mia fortuna, è stato davvero semplice, dal momento che è venuto in mio aiuto un servizio trasmesso dai telegiornali, che parla di un satellite artificiale "messo in pensione", dopo venti anni di onorato servizio, spostandolo dalla sua orbita operativa ad una più lontana.
Scopriamo (o riscopriamo) quali sono i semplici principi teorici alla base della manovra effettuata con successo. Segue un'appendice sull'anello f di Saturno che, se esiste, è solo grazie agli stessi principi.
Ancora una volta i piccoli Davide riescono a vincere contro i grandi Golia. Questa è la volta di Titano e Saturno, ma tra breve toccherà a Callisto (e fratelli) e Giove.
Questo articolo riguarda una delle forme più amate dalla Natura, l'esagono. Ci porta quasi automaticamente a una delle domande più intriganti dell'Universo. Consiglio di legare questo articolo con quello apparso da poco sullo scutoide che ne è la giusta e più moderna prosecuzione.
Ne abbiamo già parlato in vecchi articoli, ma non è mai male ripetere certi concetti, soprattutto dopo che ne abbiamo dato una visione fisica e matematica. Accenniamo quindi al meccanismo di confinamento che permette di sopravvivere all’anello f e descriviamo brevemente le ultime scoperte a riguardo che sembrano definire la tempistica della sua formazione.
Quale occasione migliore dell'assenza del Capo Blog per spulciare nell'archivio alla ricerca di qualche bel vecchio articolo da riproporre in modo da fare sentire il meno possibile la sua mancanza? Se, poi, gli articoli spulciati fanno venire l'ispirazione per aprire una nuova pagina nell'infinito archivio dell'infinito Teatro, meglio ancora... il nostro Oreste direbbe che si sono presi due cinghiali con un marrone!
Fino all'ultimo momento Cassini ha cercato di fare Scienza (e che Scienza!). Infilandosi tra gli anelli e il pianeta non ha certo cercato solo il brivido di un tragitto rischioso e mozzafiato, ma ha immagazzinato dati fino all'ultimo, regalandoci regali insperati.
Cassini ha chiuso in bellezza la sua lunga e fantastica missione, ma gli ultimi dati sono sorprendenti e farebbero venir voglia di richiamarlo al lavoro... Mentre cadeva verso il pianeta è stato investito dal materiale che stava cadendo dall'anello D (il più interno) verso l'atmosfera saturniana. Acqua, ovviamente...? Nemmeno per sogno: di tutto e di più!
Finalmente la temperatura era salita a sufficienza per permettere osservazioni nell'infrarosso della stratosfera sopra il polo nord di Saturno e Cassini ha eseguito il suo compito. Bene, a centinaia di chilometri di altezza rispetto alle nuvole che formano il celebre esagono, ne è stato visto un altro, quasi perfettamente uguale e ben definito... Il fenomeno, ancora inspiegato, mi ha fatto pensare a Castel del Monte...
Un problema di meccanica celeste piuttosto semplice ma che è della massima importanza non solo per i satelliti artificiali, ma anche per la comprensione di fenomeni astronomici come la strategia utilizzata dai satelliti di Saturno per mantenere "compatto" l'anello f.
Continuiamo a cercare qualcosa dove non c’è (e probabilmente non c‘è mai stata), mentre un po’ più lontano c’è chi inonda lo spazio di prove sempre più “pesanti” sulla sua possibile vita biologica.
Permettetemi questo piccolo strappo alla regola, ossia considerare il piccolo Febe come un “vero” satellite di Saturno, anche se le sue origini sono chiaramente esterne. D’altra parte i suoi 200 km circa e l’interazione che mostra con il sistema del Signore degli anelli glielo consentono.
Basta vedere l’immagine in evidenza per comprendere subito come siano stati gli antichi cinesi a raggiungere per primi il sistema satellitare di Saturno. Il loro celebre simbolo dello ying e yang è stato impresso senza ambiguità sul terzo satellite (per dimensioni) Giapeto. Forse, quando ci si avvicinerà veramente alla sua superficie vedremo anche un bandiera che si erge davanti allo spettacolo del pianeta con gli anelli.