Le straordinarie capacità di Webb sono riuscite a descrivere la temperatura dell'atmosfera e la sua composizione di un pianeta gioviano caldo a 280 anni luce da noi. Insomma, è più facile fare le previsioni su pianeti extrasolari che sul nostro, dove la meteorologia è legata a interessi che di scientifico hanno ben poco.
Per capire come funzionano i giganti materiali del Cosmo (le stelle) è necessario studiare le creature più piccole della materia (le particelle); tuttavia, per capire come funzionano e come interagiscono le particelle, è necessario studiare i fenomeni giganteschi delle stelle. Un abbraccio totale e strettissimo che trova il suo campo di gioco nello spaziotempo, il perfetto teatro perché gli attori, indipendentemente dalle loro dimensioni, possano dare il meglio di sé.
Con questo articolo terminiamo il viaggio che, con grande piacere, vi abbiamo riproposto attraverso uno degli argomenti più affascinanti tra i tanti contenuti nel nostro archivio cosmico.
Per capire come funzionano i giganti materiali del Cosmo (le stelle) è necessario studiare le creature più piccole della materia (le particelle); tuttavia, per capire come funzionano e come interagiscono le particelle, è necessario studiare i fenomeni giganteschi delle stelle. Un abbraccio totale e strettissimo che trova il suo campo di gioco nello spaziotempo, il perfetto teatro perché gli attori, indipendentemente dalle loro dimensioni, possano dare il meglio di sé.
E’ con grande piacere che continuiamo il viaggio attraverso uno degli argomenti più affascinanti tra i tanti contenuti nel nostro archivio cosmico. Chi ha fretta potrà bruciare le tappe leggendolo (o rileggendolo) tutto in una volta, ma volete mettere il piacere di gustarlo a piccoli sorsi come una buon vino?
Gaia sempre e comunque. Una missione fantastica che ha reso pubblica, da pochissimo, la terza serie di dati.
Anche oggi che la tecnologia è sempre più d'avanguardia si scoprono possibilità trascurate in passato. La Scienza procede (quando è pura Scienza), ma non sempre tiene conto di tutte le situazioni e si fa scappare piccoli o grandi segreti nascosti.
Molte galassie mostrano chiari segni di collisioni mutue e spesso ciò comporta un "faccia a faccia" dei loro rispettivi buchi neri supermassicci. Ma adesso si esagera, al centro di una galassia non molto lontana (circa 300 milioni di anni luce) i superbuchi neri sono addirittura tre!
L'Universo è ancora pieno di misteri che vorremmo scoprire. O, quanto meno di oggetti che vorremmo osservare ma che, pur sicuri che debbano esistere, non ci mostrano ancora una loro traccia chiara e definitiva. Tra questi, ovviamente, le prime stelle dell'Universo...
I miei "cari" asteroidi stanno facendo passi da gigante nell'interesse degli studiosi del Sistema Solare. Tralascio di dire la solita frase "io l'avevo detto", ma addirittura i nuovi "specialisti" si sono meravigliati di un qualcosa che era abbastanza ovvio da molto tempo.
E’ ora di tornare a parlare del nono “pianeta” (in base alla vecchia classificazione… che spero non sia cambiata). Un lavoro di estrema attenzione e dedizione, che ha permesso di portare un piccolo tassello in più per confermare la sua esistenza. Al di là di questo scopo ancora un po’ aleatorio e controverso, resta una ricerca di quelle vere e impegnative.
Europa sembra proprio sbuffare. Sembra quasi che ci chiami: venite a osservarmi da vicino!
Tanto per girare il coltello nella piaga, il carissimo amico Domenico Licchelli (che già conoscete di nome e di cui continuo a “sponsorizzare” il magnifico sito) mi ha inviato un’immagine “divulgativa” recuperata nel sito ufficiale dell’ESO. Devo ammettere che leggendo la didascalia l’errore viene, per così dire, “corretto”, ma spesso e volentieri ci si ferma […]
L'Universo è composto di materia. Per studiare la materia bisogna munirsi sia di un telescopio che di un microscopio, ossia guardare sia l'infinitamente grande che l'infinitamente piccolo. In altre parole, si deve saltare con naturalezza dalle stelle agli atomi e ai suoi principali componenti. Questo lungo articolo cerca di fare proprio questo, con le sue ovvie limitazioni. Non è altro che l'unione rielaborata degli articoli sulla storia dell'atomo e sulla spettroscopia.
Quanti romanzi e quanti film hanno ipotizzato un mondo dominato dalle macchine, sia soltanto ripetitive che, addirittura, intelligenti. Un tentativo di questo genere si sta applicando allo studio di miliardi di stelle. Più esattamente, si sta cercando di insegnare alle macchine come fare quello che l’uomo non potrebbe fare.
Questo articolo diventa anche la quinta puntata della meravigliosa avventura dell'atomo. Ormai spettroscopia e modello atomico viaggiano insieme. Per la spettroscopia possiamo anche iniziare a dedicarci alle stelle. Per l'atomo dobbiamo riprendere per mano la meccanica quantistica.
Ci avviciniamo sempre più alla decodificazione del messaggio luminoso inviatoci dalle stelle. Prima però bisogna comprendere molto bene cosa rappresenti veramente la luce e come possa essere trasmessa. Non si può fare a meno di introdurre la meccanica quantistica, anche se solo sfiorandola. Ovviamente, per i lettori di questo blog, essa è ormai una vecchia e cara amica, anche se un po’ … bizzarra.
Continuiamo la nostra rapida carrellata sulla formazione stellare per potere introdurre la spettroscopia, ossia il primo passo per decodificare il messaggio che ci viene inviato dalle stelle attraverso l’unico tipo di informazione possibile: la luce. Non è ancora il caso di introdurre una matematica accurata, dato che l’importante è sapere che le stelle hanno voglia di comunicare. L’Universo è rinato, finalmente, e ogni suo oggetto, naufrago in uno Spazio infinito, invia la sua bottiglia con dentro un messaggio preziosissimo. Ora tocca all’abilità dell’uomo saperlo leggere…
- 1
- 2