Gli alberi ci avvertono, ma chi li sta a sentire?
La capacità di condividere informazioni attraverso l’interscambio vocale e scritto è alla base del processo di civilizzazione umano. Tale capacità, tuttavia, nonostante la sua vitale importanza, ha avuto un’evoluzione molto lenta in quanto vincolata dai limiti imposti dalla tecnologia di tempo in tempo disponibile (i messaggi hanno viaggiato per secoli alla velocità di uomini, cavalli, navi, piccioni viaggiatori). Fino a quando, negli anni ’30 del XIX secolo, avvenne una prima importante svolta...
Parafrasando Francesco Nuti in "Madonna che silenzio c'è stasera", potremmo presentare Oliver Heaviside dicendo: Maaaaaadonna com'è strano 'sto Evisaid. E 'unnè uno di quelli strani che uno dice "Madonna com'è strano quello lì" no no, questo l'è uno di quelli strani che uno dice "Maaaaaaadonna com'è strano quello lì".
Ma la stranezza è un concetto relativo...
Immaginate di voler studiare attentamente un certo argomento, che comporta la massima attenzione e concentrazione (eh sì, esiste ancora, anche se sempre più rara, la voglia di studiare). Cosa fareste se ogni minuto vi suonasse il telefono per avvisarvi che avete vinto 50 mega, 2 cellulari ultimo modello, un tablet che vi permette di sapere che Tizio si è svegliato di buonumore o ha, invece, tanto male al pancino? Bene... spegnereste il telefono. Non sempre, però, si può fare...