La storia dei grandi ponti inizia nel 1826, sullo stretto di Menai che separa l’isola di Anglesey dalla Gran Bretagna.
Progettato dall’ingegnere inglese Telford, questo ponte presentava una campata centrale di 176 metri. Sfortunatamente ebbe vita molto breve: crollò poco dopo la sua inaugurazione durante una tempesta di vento.
Chi l'avrebbe mai detto? Il tarassaco o dente di leone che spesso invade interi prati con i suoi fiori gialli potrebbe diventare uno dei pionieri di un nuovo tipo di volo... Forza botanici e ingegneri, dateci dentro! Le applicazioni pratiche non sono poi così lontane. In fondo lo scopo è sempre quello: volare nel vento e cercare tante risposte ...
Eh sì, la faccenda non si chiude così facilmente. La turbolenza è, inevitabilmente, turbolenta. Un campione di tennis in azione, una buffa barchetta con uno sproporzionato “fumaiolo”. Cosa avranno mai in comune?
Maurizio si è divertito (e ci ha fatto divertire) mettendo un ostacolo davanti alla corrente di un fiume. Le molecole d’acqua hanno perso la testa ed ecco una bella turbolenza. Un qualcosa che si ricollega benissimo a un’osservazione effettuata da poco con un radio telescopio…
Una rapida incursione nel territorio dei regimi turbolenti.
Forse è stato scoperto il processo che riesce a formare i campi magnetici che si osservano in quasi tutte le strutture macroscopiche del Cosmo, come le stelle e le galassie. E’ un lavoro di unione e di partecipazione che sembra, però, andare contro l’entropia dell’Universo. Staremo a vedere…
Ogni volta che Pirlo insacca, nella rete avversaria, qualche fantastico tiro da fermo, sarebbe bene pensare al signor Bernoulli e al suo effetto: un effetto che causa proprio i tiri ad effetto! Articolo poco astronomico dedicato ad Alvy…
Gira e rigira è sempre colpa (o merito) dei buchi neri. Essi servono da perfetti regolatori della formazione stellare, ma non hanno bisogno di essere mostruosamente massicci. Ne basta uno relativamente piccolo per schiacciare… l’interruttore.
L’idea per questo articolo mi è venuta ammirando per l’ennesima volta uno dei massimi capolavori di Van Gogh e accostandolo con una foto di bellissime e stranissime nuvole. Il passaggio a Giove (e non solo) è stato immediato ed eccoci qui a parlare dell’instabilità di Kelvin-Helmholtz. E, per non farci mancare niente, spunterà la solita spirale e anche un meccanismo che porta lo stesso nome (vedi pianetone ancora caldo e luminoso).