Un' immagine a dir poco epica del buco nero di M 87, addirittura superiore a quella ormai storica del 2019.
Un gruppo di ricercatori italiani, residenti in Italia (evviva!), ha ricevuto un messaggio inviato verso di noi da una galassia attiva, ben 12.8 miliardi di anni fa.
Non solo le auto di formula 1 devono necessariamente eseguire uno o più "pit stop" durante le gare (senza benzina non si può correre), ma anche i buchi neri galattici non sono da meno.
Beh... in fondo non ci sarebbe niente di strano. Dopo una bella mangiata un bel sigaro è una scelta condivisa da molti. Perché non potrebbe farlo anche un buco nero con una massa dieci volte quella del Sole?
Ormai conosciamo (teoricamente soprattutto) la struttura di un buco nero galattico attivo. Ci riferiamo, in pratica, agli AGN (Nuclei Galattici Attivi), i veri cannibali nelle tradizioni popolari. Tuttavia, molte cose sono ancora da confermare e, principalmente, la causa delle differenze di emissione che mostrano a varie lunghezze d'onda. Fondamentale era poter inserire nel quadro, in modo definitivo, una particolare "ciambella" che contenesse il buco nero vero e proprio.
Maurizio si è divertito (e ci ha fatto divertire) mettendo un ostacolo davanti alla corrente di un fiume. Le molecole d’acqua hanno perso la testa ed ecco una bella turbolenza. Un qualcosa che si ricollega benissimo a un’osservazione effettuata da poco con un radio telescopio…
I getti violentissimi che escono dai bordi dell’orizzonte degli eventi dei buchi neri galattici sono un fenomeno ben conosciuto, ma ancora pieno di dubbi e problematiche. Soprattutto, è necessario capire quanto sia stretto e quanto sia vicino alla sfera di non ritorno. Per ottenere risultati di qualità superiore è necessario usare telescopi anche più grandi della Terra… Cosa non impossibile…
Un risultato davvero eclatante, che vede come primo autore il “solito” italiano che lavora all’estero. Ho voluto scrivere l’articolo in maniera ultrasemplice per permettere una giusta comprensione a tutti i nostri lettori, più o meno esperti che siano (stanno aumentando continuamente…). Aristarco aveva proprio ragione: il movimento della Terra attorno al Sole avrebbe permesso di […]
Il Very Long Baseline Array, noto come VLBA, è troppo spesso poco pubblicizzato (da me, per primo) malgrado sia forse altrettanto meraviglioso del più celebre Space Telescope. Sicuramente è il più potente strumento per osservare il cielo esistente al mondo. La sua “disgrazia” è probabilmente dovuta al fatto che studia le onde radio e non può produrre le fantastiche immagini del suo compagno spaziale. Ma i dati che elabora sono insuperabili!